La Cassazione si è pronunciata in merito al caso in cui a un ciclista drogato o ubriaco si applichi come sanzione il ritiro della patente
È possibile ritirare la patente a un ciclista drogato o ubriaco? O tale sanzione non può essere applicata in questi casi? A riguardo si è pronunciata, nella recentissima sentenza n. 52148/2017, la Corte di Cassazione.
Nel caso di specie esaminato dai giudici, la Corte è stata chiamata a pronunciarsi sul caso di un ciclista drogato cui era stata ritirata la patente.
Nella fattispecie, la Cassazione si è espressa sul ricorso dell’uomo che lamentava l’errata applicazione da parte del giudice di merito della pena accessoria della sospensione della patente di guida.
Questa era stata ritirata allo stesso in relazione ad un incidente da lui causato.
L’uomo si trovava in stato di alterazione psico-fisica derivante da assunzione di stupefacenti proprio mentre era alla guida di una bicicletta.
Come noto, per tale veicolo non è previsto il conseguimento di alcuna patente.
Ebbene la Cassazione ha sostenuto che la sospensione e il ritiro della patente a un ciclista sotto effetto di alcool o droga non sia applicabile.
Scrivo infatti i giudici che “la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida, applicabile in relazione a illeciti posti in essere con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, non può essere disposta nei confronti di chi si sia posto alla guida di un veicolo per condurre il quale non è richiesta alcuna abilitazione, come un velocipede” (cfr. Cass. n. 19413/2013).
Alla luce di tali considerazioni e di un orientamento ampiamento consolidato in giurisprudanza, la Corte ha dato ragione al ricorrente annullando la sentenza senza rinvio limitatamente alla disposta sospensione della patente, statuizione che va eliminata.
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