La Federazione dei medici chiede inoltre una legge nazionale che autorizzi strutture pubbliche e private ad effettuare la circoncisione rituale in ambiente protetto e a costi accessibili

La FNOMCeO chiede che la circoncisione rituale sia inserita subito nei Livelli essenziali di assistenza, ovvero nelle prestazioni garantite a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione. La Federazione, inoltre, aderisce all’appello lanciato dal presidente dell’Amsi (Associazione medici stranieri in Italia), Foad Aodi (nella foto) per una legge nazionale che autorizzi le strutture pubbliche e private ad effettuare le circoncisioni in  ambiente protetto e a costi accessibili. Il tutto “!per garantire a tutti il diritto alla salute e evitare i canali clandestini”.
La presa di posizione arriva all’indomani della tragica morte di un bambino di appena cinque mesi in Emilia Romagna. Il piccolo è deceduto in seguito a un intervento di circoncisione fai da te tra le mura domestiche.
Secondo i dati elaborati dall’Amsi sarebbero 11mila le circoncisioni rituali fatte effettuare da cittadini di origine straniera e che vivono in Italia. Di queste, 5000 nel nostro paese, le restanti nei paesi d’origine. Delle 5000 eseguite in Italia, il 35% sono praticate nei circuiti clandestini, in casa o comunque in ambienti non protetti, e non da medici.

“Attualmente una circoncisione nelle strutture private costa dai 2000 ai 4000 euro” spiega Foad Aodi.

Per questo molte famiglie scelgono il circuito clandestino oppure si recano, approfittando delle festività, nei loro paesi, dove è una pratica diffusa ed eseguita dietro una piccola offerta. In alcune Regioni le famiglie possono accedere alla pratica attraverso il Servizio Sanitario nazionale, con un ticket che va dai 250 ai 400 euro.
Ma c’è un altro aspetto che favorisce la clandestinità: la maggior parte delle strutture intervengono solo dopo i quattro anni, alcune dopo i dodici, per problemi legati all’anestesia mentre, per motivi religiosi, il 99% chiede di potervi accedere quando il bambino ha pochi mesi”.
Da qui la richiesta che la circoncisione sia inserita nei Lea, e che sia sempre effettuata in strutture ospedaliere o ambulatoriali chirurgiche con anestesia pediatrica. Il tutto dietro pagamento di un ticket intorno ai duecento euro. “Occorre inoltre maggiore informazione della popolazione – continua  Foad Aodi –  anche attraverso i pediatri e i medici di medicina generale che possono mettere in guardia le famiglie sui pericoli della circoncisione clandestina. Chiederemo un Decreto Legge ad hoc, che consideri tutti gli aspetti, non ultimo quello di una corretta comunicazione”.
“Le circoncisioni eseguite clandestinamente, non da medici esperti, senza idonei strumenti e garanzie di igiene, asepsi e assistenza, sono pericolose “ aggiunge Filippo Anelli. “È necessario continuare l’opera di sensibilizzazione e fornire alle famiglie interessate risposte adeguate e reali alternative, con una normativa da applicarsi a livello nazionale. È infine opportuno sviluppare, nella formazione dei medici e degli operatori sanitari – conclude il presidente FNOMCeO -, i temi e le problematiche legate alla migrazione”.
 
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