Per il Sindacato dei Medici il comma 687 inserito in Manovra ha l’obiettivo di abbassare i livelli di confronto, concertazione, e democrazia nel nostro Paese

“Il comma 687 della Legge di Bilancio 2019 non può annullare di fatto un contratto scaduto, riconosciuto nella legalità e negli effetti economici dovuti”. Effetti “che vanno erogati a prescindere dal rientro dei dirigenti amministrativi nell’area della sanità”. E’ quanto afferma in una nota il sindacato dei medici CIMO. L’organizzazione ritiene, inoltre, che la nuova norma “favorisca ulteriormente quelle Regioni che non sanno come uscire da un contratto 2016-2018 le cui risorse non sono state o sono solo parzialmente state accantonate”.

CIMO sottolinea l’assoluta gravità, in termini di democrazia negata, degli effetti della norma. Una disposizione legata ad una Legge Finanziaria, capace di annullare retroattivamente accordi già siglati, con evidente lesione dei più elementari diritti sindacali.

“Lo scenario che si prospetta è quello di uno spudorato tentativo di dilazionare ulteriormente i tempi per il rinnovo del contratto (dopo 10 anni!)”. Per il sindacato si tratta di un “sintomo evidente del male di fondo più volte denunciato” con atti concreti negli scorsi mesi.

C’è poi il sospetto che la modifica dell’Accordo Quadro sia stata fatta anche per ritardare gli effetti della nuova mappa delle deleghe sindacali.

Ipotesi che troverebbe fondamento laddove l’ARAN dovesse rimandare la pubblicazione dei dati sulla rappresentatività del comparto per il triennio 2019-21.

“Come già accaduto con il comma 566 della Legge di Stabilità 2015, che imponeva uno stravolgimento nel lavoro dei sanitari, il comma 687 è la “cartina al tornasole” della trasversalità politica di alcuni atti legislativi che hanno come obiettivo comune la volontà di abbassare i livelli di confronto, di concertazione, e di democrazia nel nostro Paese. Dimostra inoltre come siano considerati i medici e i dirigenti sanitari del SSN da chi ha interesse ad erogare una sanità a costi sempre più bassi a danno dei cittadini italiani”. Ad affermarlo è il presidente del CIMO, Guido Quici.

“Il malcostume di utilizzare la Legge di Bilancio, nata per pianificare il budget del Paese, come espediente per imporre l’interesse politico del momento e per offrire “mance” ad altri portatori di interesse – prosegue – viene perpetuato anche da questo Governo. Ecco come si dà il via libera alla “manina” di turno, che in questo caso è palesemente smascherata. Non basta certo questo ad aggirare e annullare i diritti dei lavoratori o il valore propulsivo della rappresentanza sindacale”.

 

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