I camici bianchi erano finiti a giudizio con l’accusa di concorso in omicidio colposo per il decesso post parto di una giovane donna di origini brasiliane

Due medici sono stati assolti dalla accusa di concorso in omicidio colposo per la morte di una giovane di origini brasiliane risalente al 3 settembre del 2013. La donna, alla quarantesima settimana di gravidanza, si era ricoverata presso l’Ospedale San Giovanni di Dio di Melfi per dare alla luce la seconda figlia.

Poche ore dopo il parto le sue condizioni di salute erano degenerate. Nonostante il trasferimento in Rianimazione, la ventisettenne era deceduta a causa di una emorragia.

La successiva inchiesta aveva portato alla iscrizione nel registro degli indagati del direttore del Reparto di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio lucano e della ginecologa della donna.

Gli esperti che effettuarono l’autopsia individuarono, infatti, delle responsabilità mediche alla base della tragedia.

La relazione ipotizzò che il decesso, seguito alle complicazioni insorte dopo il parto, sarebbe stato conseguenza dell’imperizia dei due sanitari.

Secondo l’accusa i due camici bianchi, nel corso delle visite, non si sarebbero accorti che il feto non cresceva più e che il liquido amniotico si era ridotto. Inoltre, il travaglio sarebbe stato indotto in una condizione di elevato rischio e senza le necessarie cautele.

Nel settembre del 2016 il Giudice per l’udienza preliminare aveva rinviato a giudizio gli indagati. A conclusione del procedimento il Pubblico Ministero aveva avanzato per gli imputati la richiesta di condanna a un anno e due mesi di reclusione.

Ma il Giudice monocratico del Tribunale di Potenza, con un sentenza giunta poco prima della fine del 2017, ha respinto la richiesta. I due ginecologi sono stati prosciolti perché ‘il fatto non sussiste’.

 

 

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