Fnopi ha inviato una missiva a Governo, Regioni e Aran riguardo alla pre intesa sul contratto per gli infermieri richiamando al rispetto degli interessi di categoria

Sul contratto del personale infermieristico, Fnopi è sempre in prima linea. È di ieri la notizia di una lettera inviata da Barbara Mangiacavalli, la presidente, a Governo, Aran e Regioni.

Con questa, la Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche, interviene sulla pre intesa del contratto con alcune istanze ben precise.

E lo fa attraverso una lettera inviata ai vertici Aran e del Comitato di settore, al presidente del Consiglio e ai ministri della Salute e della Pubblica amministrazione.

Nella lettera sul contratto del personale infermieristico, Fnopi enuncia alcuni punti fondamentali.

Il primo riguarda la dignità dell’attività professionale infermieristica. Al secondo posto, la necessità di strumenti, come quello contrattuale, che siano coerenti con lo sviluppo della professione.

Il riferimento è alla parte relativa all’ordinamento professionale il cui contenuto deve essere congruente con le norme e il codice deontologico che definiscono gli ambiti e l’attività che lo Stato – con apposite norme – ha riconosciuto agli infermieri, al verificarsi di date condizioni.

Al terzo punto, c’è la necessità di regole di riferimento, come quelle contenute nella parte normativa del contratto, che possano facilitare la declinazione operativa delle potenzialità professionali.

Quarto punto: la necessità di riscontri anche di valorizzazione economica, contenuti nella parte “trattamento economico” del contratto. Questione, questa, legata proprio al giusto riconoscimento della responsabilità esercitata e giuridicamente affermata dal professionista infermiere nell’attività assistenziale. Ma, ricorda Fnopi, anche a quella connessa a incarichi di tipo gestionale e organizzativi.

Quinto e ultimo punto, le pari opportunità. Queste devono esistere per tutti i professionisti del Ssn classificati, per professionalità, responsabilità e soprattutto per le finalità della loro attività, nel ruolo sanitario.

Oltre a questi 5 principi base, Fnopi ha avanzato tre proposte.

La prima riguarda il sistema di classificazione professionale. Per Fnopi il criterio di “area prestazionale” allontana la presa in carico del paziente e non va bene.

Si chiede, quindi “di non procedere nell’inserimento nel sistema di altre sovra categorie che possono generare solo confusione nei ruoli”.

La seconda richiesta riguarda la definizione degli incarichi di funzione. Questa deve essere garantita a tutti gli infermieri attualmente in categoria D, ma anche Ds. Un aspetto che nella preintesa non è chiaramente esplicitato.

Secondo Fnopi, la funzione di coordinamento deve trovare una specifica previsione regolamentare in relazione all’articolazione aziendale.

Per tali ragioni, la graduazione, dal punto di vista economico, dovrà tener conto della responsabilità delle due tipologie di incarichi e di cui la formazione stessa costituisce un chiaro elemento di differenziazione (formazione regionale, master ai sensi della legge 43/2006).

In merito al conferimento, la Fnopi chiede che si mutuino le stesse regole utilizzate per l’attribuzione degli incarichi organizzativi o professionali ai dirigenti sanitari.

Infine, la terza proposta concerne l’organizzazione del lavoro. In tale senso, nessuna norma che direttamente o indirettamente porti alla disapplicazione del Dlgs 66/2003 è accettabile.

Come specificato da Fnopi, infatti, se tale normativa è stata adottata per tutelare i lavoratori, non può essere lo stesso Ssn a disapplicare le regole di organizzazione del lavoro che hanno questa finalità.

In ultimo, si sottolinea come, l’obbligo formativo non possa riservare ad alcuni dipendenti la possibilità di una riserva oraria e negarla ad altri.

Se l’obbligo è comune, anche i mezzi per assolverlo devono essere identici.

 

 

 

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