Domani sit-in a Roma per protestare contro gli scarsi fondi assegnati dalla legge di bilancio 2017

In vista del sit-in in programma domani a Roma a Piazza Montecitorio a Roma, medici, veterinari e dirigenti del Sistema sanitario nazionale annunciano le richieste rivolte a Governo e Parlamento  rispetto alla Legge di bilancio 2017.

Nel ricordare che, al pari del resto del pubblico impiego, i contratti sono fermi ormai da 7 anni che, le sigle dell’Intersindacale sottolineano però come, solo per loro, il blocco si è accompagnato ad un taglio pesantissimo delle risorse accessorie, che servono a valorizzare il merito professionale e retribuire il disagio di un lavoro che non conosce soste e coinvolge il personale (che ha la età media più alta del mondo) nelle ore notturne anche al di là dei 65 anni di età.

Per i sindacati la legge di bilancio 2017 assegna risorse incerte al finanziamento del contratto dei dipendenti dello Stato, sul quale è parametrato quello del comparto della sanità, e quindi dei medici, veterinari e dirigenti sanitari. “Per questi ultimi – si legge in una nota – appare prevedibile, per quanto è dato comprendere stando così le cifre, un incremento medio inferiore a 80 euro al mese, lordi ed a regime nel 2018”.

Se tali cifre fossero confermate si allontanerebbero  tempi e condizioni per un contratto di lavoro innovativo e non peggiorativo dell’esistente. “Il merito e la fatica di un lavoro chiamato, tutti i giorni e tutte le notti dell’anno, a garantire la esigibilità di un diritto definito fondamentale dalla nostra Costituzione – affermano i sindacati – non può essere retribuito al massimo ribasso”.

Diventa pertanto fondamentale non solo assicurare finanziamenti idonei a frenare il progressivo impoverimento delle retribuzioni e la dilagante demotivazione professionale, ma intervenire anche con misure che rendano disponibili risorse già presenti nelle realtà aziendali, lascito dei precedenti contratti, per valorizzare il merito, retribuire il disagio, incentivare la produttività, finanziare innovazioni organizzative e gestionali indispensabili a reggere la sfida della sicurezza e della qualità dei LEA vecchi e nuovi.

Di qui le richieste sottoposte alle due Camere e all’Esecutivo, che mirano a creare le condizioni per un rinnovo del CCNL che ne valorizzi le risorse umane: garantire l’estensione anche alla sanità dei benefici concessi a 24 milioni di lavoratori privati dalla defiscalizzazione della produttività; estendere al settore pubblico i benefici del welfare aziendale, con la possibilità di contributi alla previdenza integrativa e, per le  donne, di   strumenti con i quali meglio conciliare vita e lavoro; attribuire al trattamento accessorio del personale dipendente le risorse derivanti dalla riduzione del numero di Unità Operative Complesse e Semplici; evitare il congelamento al 2015 delle  risorse destinate al trattamento accessorio della dirigenza medica e sanitaria esclusa dal ruolo unico della dirigenza del pubblico impiego; determinare i fondi contrattuali, a decorrere dal 1 gennaio 2017, secondo le previsioni dell’ultimo contratto collettivo nazionale del 2009, ripristinandone i meccanismi.

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