Alla base dell’episodio di violenza nei confronti del camice bianco dell’U.O.C. di Chirurgia dell’Ospedale di Crotone vi sarebbe un ricovero negato

Un altro medico aggredito al San Giovanni di Dio di Crotone,  dopo l’episodio che ha coinvolto pochi giorni fa un medico rianimatore. Questa volta, la vittima è stata una guardia medica in servizio presso l’U.O.C. di Chirurgia del presidio ospedaliero. Il fatto è avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 agosto.

Il camice bianco è stato minacciato e aggredito fisicamente dal familiare di un paziente.  Questi, sulla base di una consulenza richiesta dal Pronto soccorso, era stato giudicato non bisognevole di ricovero. Il tutto, spiega il locale Ordine dei medici in una nota, “in coerenza con i criteri di appropriatezza che si è tenuti ad applicare”.

L’OMCeO sottolinea quindi, ancora una volta, la grave situazione di incertezza e di insicurezza nella quale si trovano ad operare quotidianamente i sanitari.

Un fenomeno che, negli ultimi tempi, sembra coinvolgere in modo particolarmente sensibile il territorio calabrese. Verosimilmente – denunciano i medici – anche a seguito della “eccessiva e spesso strumentale esposizione mediatica della quale è fatta oggetto la sanità della nostra provincia”.

Questa, “evidentemente, crea nell’immaginario collettivo, ingiusti ed ingiustificabili pregiudizi che più facilmente alimentano la sfiducia”. In tal modo si faciliterebbe “l’escalation delle manifestazioni di violenza, a prescindere da circostanze e contingenze”.

L’Ordine chiede con fermezza e urgenza che vengano messe in atto tutte le misure necessarie per tutelare l’incolumità degli operatori sanitari. In particolare auspica l’approvazione della proposta di legge che prevede l’attribuzione della qualifica di Pubblico Ufficiale agli operatori sanitari nell’esercizio delle proprie funzioni.

Pieno sostegno all’azione svolta dall’Ordine di Crotone e dal suo presidente Enrico Ciliberto arriva anche dalla FNOMCeO. Il presidente Filippo Anelli chiede al Ministro della Salute “di intervenire a sostegno delle iniziative che il prefetto vorrà adottare, segnalando la provincia di Crotone tra quelle a maggior rischio per la numerosità degli episodi”.

 

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