L’obiettivo è favorire l’appropriatezza prescrittiva di terapie ed esami, oltre a garantire cure oncologiche migliori e più uniformi sul territorio

Dalla gestione del dolore all’assistenza psicologica, dalla preservazione della fertilità alla gestione delle complicanze oltre alle indicazioni di trattamento dei tumori per singoli organi. Sono in totale 37 le Linee guida ufficiali prodotte dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) nel 2018. Il loro obiettivo è favorire la appropriatezza prescrittiva di terapie ed esami e garantire cure oncologiche migliori e più uniformi su tutto il territorio nazionale. Nel 2019, inoltre, se ne aggiungeranno altre due relative alla gestione delle emergenze e alla tossicità delle immunoterapie.

Le Linee guida, presentate al ministero della Salute in occasione del convegno ‘Linee guida Aiom 2019’, sono state stilate con l’impegno di oltre 500 professionisti. La redazione, inoltre, ha visto il coinvolgimento di 45 diverse Società scientifiche. Solo nel 2018 sono state scaricate e consultate da oltre 500mila persone. Quest’anno si procederà a un costante aggiornamento anche al fine di perfezionare così la formazione continua degli oncologi.

“Le Linee Guida sono tra gli strumenti principali che rappresentano la medicina basata sull’evidenza” spiega Stefania Gori, presidente nazionale Aiom.

“Attraverso un processo sistematico e trasparente rendono possibile il trasferimento nella pratica clinica di tutte le nuove conoscenze prodotte dalla ricerca medico-scientifica. Attualmente le patologie oncologiche sono la seconda causa di decesso nel nostro Paese e ogni giorno sono diagnosticati 1.000 nuovi casi di cancro”.

E’ quindi fondamentale, per gli specialisti, avere a disposizione strumenti che favoriscono anche l’appropriatezza prescrittiva dei trattamenti e degli esami diagnostici e strumentali.

All’elaborazione delle Linee guida hanno preso parte anche i pazienti: “Oltre ai medici, i malati di cancro sono gli ‘utilizzatori finali’ delle Linee guida – sottolinea il presidente della Fondazione AIOM, Fabrizio Nicolis. E il coinvolgimento dei pazienti viene suggerito anche dalle Istituzioni sanitarie. Questi pazienti devono essere tuttavia formati adeguatamente e, per questo motivo, Fondazione Aiom e Aiom – conclude – hanno avviato corsi di formazione specifici”.

 

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