Arriva in aula il ddl sulle professioni sanitarie e la Cosmed, principale Confederazione della Dirigenza medica e sanitaria, esprime soddisfazione

È arrivato in aula il ddl sulle professioni sanitarie e la Cosmed, la più importante Confederazione della Dirigenza medica e sanitaria, ha accolto con favore la notizia.
Ci sono voluti 1400 giorni ma alla fine il ddl sulle professioni sanitarie è all’esame dell’Aula del Senato. E adesso Cosmed ne sollecita l’approvazione quanto prima. 

Sembra dunque scongiurato il rischio di veder decadere, per lo scioglimento delle Camere, un provvedimento a lungo atteso dal mondo della sanità italiana.

Questo andrebbe a risolvere problematiche già oggetto di proposte di legge nella precedente legislatura.
“Dopo anni – dichiara in una nota Cosmed – troverebbero realizzazione contenuti innovativi di utilità per tutta la collettività e istanze fondamentali per l’attività dei professionisti della sanità”.
Tra questi Cosmed segnala l’applicazione della medicina di genere e il coinvolgimento delle associazioni di pazienti. Un posto importante è occupato dalla riforma della sperimentazione di medicinali e dispositivi.
Ma anche “il riordino e l’istituzione di albi per le professioni sanitarie, il contrasto all’abusivismo, il riconoscimento dei Medici del Ministero della Salute come parte integrante del SSN”.
Tutti aspetti, quelli evidenziati dalla confederazione, che rafforzano il rapporto medico-paziente. Un’azione che può realizzarsi solo qualificando i professionisti sanitari e fornendo al cittadino delle garanzie in tal senso.

Per Cosmed il ddl sulle professioni sanitarie è importante. Soprattutto perché “interessa centinaia di migliaia di operatori sanitari e milioni di cittadini”.

La Cosmed ha poi evidenziato come sia importante tutelare l’indipendenza e l’autonomia delle professioni.
Il tutto “con la massima disponibilità, da parte del Ministero della salute, a recepire le istanze dei professionisti della sanità pubblica”.
Un’istanza importante, in merito alla quale per Cosmed non è peregrino ricordare che “il disegno di legge qualifica gli Ordini professionali come organi sussidiari e non più semplicemente ausiliari dello Stato”.
Certo, è prevedibile che occorreranno successivi aggiustamenti, attraverso la partecipazione di tutti i soggetti interessati.  Tuttavia, conclude Cosmed, “sarebbe una grave responsabilità della politica non fare prevalere l’interesse generale”.
Per la Confederazione, infatti, si perderebbe “il lavoro di anni, con grave pregiudizio alla credibilità delle stesse Istituzioni politiche e professionali”.
 
 
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