Su Responsabile Civile in esclusiva, la prima parte del diario di bordo del dott. Claudio Puoti. Il racconto della sua estate su una nave della Marina Militare impegnata nella missione Mare Nostrum

Nell’estate del 2014, il Prof. Claudio Puoti, Direttore di Medicina Interna ed Epato Gastroenterologia dell’ospedale di Frascati, si è imbarcato a bordo della nave San Giusto in forza alla Marina Militare Italiana, impegnata sul Mediterraneo con l’operazione Mare Nostrum.

Era la sua prima esperienza a bordo di una nave, ma non c’è stato tempo per ripensamenti: si è trattato di giorni intensi, che lo ha visto impegnato nell’assistenza di oltre 2000 migranti. Anime spesso in difficoltà che avevano cercato di attraversare il Mediterraneo inseguendo a tutti i costi la speranza di una vita migliore.

Un’idea nata per caso, una scelta che sembrava folle e che, invece, si è rivelata per lui un’esperienza fondamentale ed emozionante.

Quello che segue è il diario dei suoi giorni a bordo della San Giusto.

Diario di Bordo – Parte I

 12 agosto 2014

In volo da Roma a Catania, devo imbarcarmi ad Augusta sulla Nave San Giusto. L’altro ieri mi hanno telefonato per chiedermi di anticipare la partenza di tre giorni. Meglio così, non ho avuto tempo per pensare. Ho un po’ di ansia, non vorrei essere inadeguato alla situazione. Mi sembra di aver preso una decisione troppo impulsiva, è un salto nel buio. Mai stato su una nave, non so neppure se soffro il mal di mare. E poi, se le cose non dovessero andar bene, come tornare a terra? Certo la nave non è un taxi per riportarmi indietro. Troppe domande, meglio non pensarci ora. Vedremo… Inizia l’avventura Mare Nostrum!

13 agosto 2014

Arrivato a Catania alle 9.30, vengono a prendermi all’aeroporto con l’auto della MM. L’autista è simpatico, forse un po’ perplesso che un primario abbia deciso di passare le sue ferie su una nave della Marina Militare diretta nel Golfo della Sirte. Aeroporto strapieno di turisti balneari. Li guardo e penso a quello che mi aspetta. Non riesco neppure a immaginare come potrebbe essere.

mare nostrum migranti Arriviamo ad Augusta in meno di mezz’ora, ecco il porto, ed ecco compare all’improvviso la nave San Giusto. Grigio-metallica, Immensa, imponente, una città sull’acqua. Attorno si affaccendano decine di militari, caricano di tutto. Salgo, mi presento, vedo aria di meraviglia. Mi accompagnano in infermeria per presentarmi al Medico di Bordo, una giovane sotto tenente di vascello (STV).

E finalmente si parte alle 11:30 per la prima missione. Dissolta ogni paura, l’ambiente è splendido, sono tutti cordialissimi e affettuosi, fanno di tutto per mettermi a mio agio. Conosciuti l’ Ammiraglio di squadra, il Comandante della nave e il comandante in seconda. Mi sembrano persone affabili, appassionate e serene. Il team sanitario è coordinato dal STV (SAN) Tiziana Manisco, molto giovane ma energica e capace. Sembra anche molto preparata e professionale.

Si mangia benissimo, in tutta la nave c’è aria condizionata, lo spaccio, la lavanderia. Insomma, la situazione ambientale è molto meglio di quanto pensassi.

Ho scoperto che a bordo c’è una periodica distribuzione di sigarette, il che mi tranquillizza perché ho quasi finito la riservina che avevo portato. L’unico problema è trovare angolini per fumare in santa pace senza dar troppo nell’occhio, e senza far incavolare i capi.

14 agosto 2014

Risveglio davanti a Lampedusa. Giornata splendida, c’è quasi un aspetto “turistico” che mi rilassa molto. Tutto l’equipaggio è decisamente eccezionale, si vede che uomini e donne della Marina lavorano con passione ed entusiasmo che vanno molto oltre il semplice dovere. A bordo oltre i “navali”, anche gli uomini della Brigata S. Marco, la Polizia, medici USMAF, elicotteristi, ecc.

Alle 20:00 l’altoparlante comunica che dovremo imbarcare oltre 200 persone dalla nave Chimera. Sono emozionato, comincia il lavoro. I colleghi mi consigliano di dormire un po’. Vado.

Notte tra il 14 e il 15 agosto 2014

Comunicano l’attivazione del ruolo CFM per operazione SAR. Qui parlano tutti per sigle, SAR significa Search and Rescue, e CFM Controllo Flussi Migratori. Mi preparo e scendo con gli altri nel ponte garage. Mettiamo le tute, le maschere, i calzari, fa caldissimo!

Alle 00.30 la GIS (sarebbe un grande motoscafo da sbarco) e il gommone (che qui chiamano Mazinga) escono dal bacino per accostare a Chimera. Rientrano con decine di persone, prevalentemente siriani, ma anche palestinesi, eritrei, giordani, etiopici, sudanesi. Alcuni sono davvero stremati, non si reggono in piedi. Facciamo il triage e ne trasportiamo molti in barella o carrozzella nell’area sanitaria.

Sono molto impressionato, tutti mi ringraziano, molti mi stringono la mano, altri mi abbracciano. Ci sono anche 24 bambini, spaziano da 15 giorni a 13 anni. Non devo emozionarmi o non si combina più nulla.

15 agosto 2014

puoti migranti mare nostrumAbbiamo finito verso le 3:30, sono 220 migranti, ho dormito pochissimo perché alla 7.00 ci hanno svegliato per recuperare una settantina di migranti da un mercantile di Cipro. Sono tutti africani, condizioni tragiche rispetto a quelli di stanotte. Ma come fanno ad affrontare il mare in queste condizioni? Lavoriamo ancora di più, ci sono moltissimi con ustioni gravi, disidratazione estrema, traumi, vomito. Mai viste cose simili.

Ore 10:00 – Non è finita! 100 persone da recuperare da un barcone semi rovesciato, un bimbo trascinato via dalle onde, sembra che ci siano molti dispersi, Mi sta venendo una specie di anestesia psicologica, non bisogna commuoversi o si rischia di cedere emotivamente. Sono tutti africani, bagnati zuppi, stremati, disidratati. Ma ti guardano con certi occhi che ti fanno sciogliere il cuore! Non sento nessuna stanchezza, né fame né sonno, ogni minuto passato a riposare è un minuto di meno per loro.

A bordo anche un bimbo con la leucemia. Decidiamo di evacuarlo in elicottero (Medevac), insieme ad una signora con grave cefalea (forse un problema cerebrale?). Qui la situazione è ben diversa rispetto all’ospedale, dove è tutto facile, dove hai la TAC, la RMN, la rianimazione. Qui devo fare tutto con il solo senso clinico e l’esperienza.

Ore 16:30 – Non ci posso credere, non è finita ancora! Nave Chimera ci trasferisce altre 100 persone. Mi chiedo come facciano a resistere i ragazzi del San Marco, sono dei veri eroi, non si stancano mai. Fanno quasi tenerezza, sono dei giganti buoni, prendono in braccio i bambini con una delicatezza straordinaria che contrasta con il loro fisico imponente!

Verso mezzanotte, finito l’ennesimo trasferimento. Solite scene: pianti, abbracci, “thank you”, “thank you” a ripetizione, grazie Italia. Qualcuno cerca di baciarmi la mano! Penso alle polemiche a terra verso Mare Nostrum, e devo dire che mi fanno un po’ schifo questi concittadini razzisti, egoisti e anche molto str… quanti figli di puttana, egoisti e fascistelli esistono in Italia! Va be’, lasciamo stare. Mi piace quello che sto facendo. Però qui sotto fa caldissimo e soprattutto è molto umido, la tuta è pesante, la plastica si attacca alla pelle, la mascherina a bulbo mi soffoca; ho deciso che sotto la tuta metterò solo il costume da bagno.

CONTINUA

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui