Un uomo in stato di ebbrezza si sarebbe scagliato contro la dottoressa di turno in servizio presso il Pronto soccorso del locale presidio ospedaliero, procurandole la frattura del polso

Un medico ferito e danni a arredi e barelle. Questo il bilancio di un episodio di violenza che si è consumato a inizio settimana presso il nosocomio di Castellammare di Stabia. Protagonista un 46enne, in evidente stato di ebbrezza, che riportava di essere stato aggredito da alcuni sconosciuti mentre dormiva nei giardinetti. Trasportato in Pronto Soccorso a bordo di un’ambulanza del 118, il paziente si sarebbe scagliato contro la dottoressa di turno, procurandole la frattura del polso sinistro. Avrebbe inoltre lanciato alcune sedie presenti nel reparto contro le vetrate dell’accettazione. Quindi, avrebbe tentato di aggredire anche la guardia giurata intervenuta a difesa del medico.

Solo l’intervento delle forze dell’ordine è riuscito a riportare la situazione alla normalità. L’uomo è stato tratto in arresto su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, con le accuse di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

“Ancora un’aggressione ai danni di un medico in servizio in un ospedale pubblico. Ancora una volta viene messa a repentaglio l’incolumità di uno dei tanti professionisti della nostra sanità”.

E’ quanto denunciano il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Luigi Cirillo e la deputata M5S Teresa Manzo.

Quanto accaduto a Castellammare – continuano – “ripropone il tema della sicurezza in luoghi nei quali la tutela dell’incolumità deve essere il primo elemento di garanzia. Ben venga la proposta del nostro ministro Giulia Grillo di far presidiare gli ospedali dai militari dell’esercito”.

Per i rappresentanti pentastellati, “quella dei militari sarebbe una soluzione momentanea contro una situazione emergenziale”. Il tutto nell’attesa di calendarizzare un disegno di legge che preveda, tra le altre misure, un inasprimento delle sanzioni penali nei casi di aggressioni al personale medico, presidi di forze dell’ordine per la sicurezza delle strutture o un potenziamento di quelli preesistenti e un sistema di videosorveglianza nei Pronto soccorso.

“Non possiamo più consentire – concludono – che chi è impegnato a salvare ogni giorno vite umane, debba contestualmente preoccuparsi anche di tutelare la propria incolumità”.

 

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