La magistratura ha aperto un’inchiesta per fare luce sulle cause del decesso. La donna è morta poco dopo aver dato alla luce il secondo figlio, a causa di una emorragia massiva

La Procura di Paola ha aperto un’inchiesta per fare luce sulla scomparsa di una 36enne, morta dopo il parto a Cetraro, in provincia di Cosenza. A causare il decesso della donna, già mamma di un’altra bimba di tre anni, sarebbe stata – secondo quanto riporta il Messaggero – una emorragia massiva. A nulla sarebbe valso il tentativo dei medici di salvarla riportandola in sala operatoria. La giovane non ce l’ha fatta;  il neonato, invece sta bene.

La famiglia ha subito presentato una denuncia per chiarire la dinamica dei fatti e accertare eventuali responsabilità sanitarie per l’accaduto. A tal fine la magistratura ha disposto lo svolgimento dell’esame autoptico.

Intanto anche la Regione Calabria, secondo quanto si apprende da fonti stampa locali, avrebbe deciso di inviare presso la struttura un proprio team di ispettori. Il Dipartimento regionale Tutela della Salute avrebbe anche chiesto all’Azienda sanitaria provinciale una relazione dettagliata sulla vicenda. La task force regionale, composta da quattro professionisti, effettuerà verifiche e sopralluoghi oltre ad attività di audit degli operatori sanitari che, a vario titolo, hanno avuto un ruolo nella vicenda.

Il caso ha comunque aperto una forte polemica a livello locale sull’adeguatezza del  presidio ospedaliero a ospitare determinati interventi. Sembra, infatti, che da alcune settimane presso il nosocomio non si possa operare più in regime di emergenza e urgenza, nonostante la presenza di un punto nascita con circa 600 parti all’anno. L’ospedale, inoltre  non può contare nemmeno su un centro trasfusionale; quello più vicino si trova a Paola, a circa 25 minuti di distanza.

Nelle scorse ore anche il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha disposto l’invio dei propri ispettori. “Abbiamo il dovere di accertare – afferma la titolare del dicastero – come sia stato possibile che una donna di 35 anni, già mamma di un bimbo, abbia potuto perdere la vita dopo aver messo al mondo il suo bambino, che per fortuna sta bene, ma crescerà senza la madre. Anche la magistratura ha avviato le sue indagini, ma noi come ministero dobbiamo fare la nostra parte. Lo dobbiamo alla vittima e alla sua famiglia che oggi la piange. Ma lo dobbiamo anche alla Calabria a cui è rivolto il nostro massimo impegno perché torni ad avere una sanità degna di questo nome”.

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