Assegnato a Milano il «Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico» che premia l’ empatia nella professione medica. Sono 5 i medici premiati. Paolo Veronesi: ‘Il medico deve sempre trovare il tempo di ascoltare il paziente’.

Chi pensa che l’ empatia non sia un fattore cruciale della professione medica si sbaglia. Come ogni anno, ieri è stato assegnato a Milano il «Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico», istituito nel 2017.

Il riconoscimento al Laudato medico, spiegano da Europa Donna Italia che ha creato il Premio, è “un modo semplice e diretto per dire grazie ai medici che nei Centri di senologia multidisciplinari hanno dimostrato particolare empatia, umanità e vicinanza alle pazienti con tumore al seno”.

E sono i 5 i medici risultati i medici più empatici, umani e vicini alle pazienti. Questo il risultato dell’analisi di oltre 6mila segnalazioni (sia di pazienti che di caregiver) sul web.

Si tratta di 3 uomini e 2 donne ai quali il prestigioso «Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico», supportato quest’anno in modo incondizionato da Fondazione Msd), è stato assegnato.

Un premio che nasce per preservare “l’eredità umana”dello scienziato e ricordare il valore dell’ empatia nel lavoro del medico.

I vincitori di quest’anno che, nelle categorie selezionate – chirurgo, oncologo, radiologo, radioterapista e patologo – hanno ricevuto il numero maggiore di segnalazioni dalle pazienti per la loro umanità ed empatia sono cinque.

Si tratta di Pietro Caldarella, divisione di Senologia chirurgica dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano; Antonio Cusmai, dirigente del Dipartimento di oncologia dell’ospedale San Paolo di Bari; Maria Angela Vestito, Unità operativa complessa di radiodiagnostica-Rmn, Senologia San Paolo di Bari; Alessia Surgo, Divisione di radioterapia dell’Ieo; Rosa Giannatiempo, responsabile dell’Unità operativa semplice di anatomia patologica dell’Ospedale Evangelico Betania di Napoli.

Tra i criteri che li hanno condotti a premiarli vi sono l’ascolto e il contatto diretto, in quanto componenti fondamentali del trattamento per le donne con tumore al seno e per tutti i pazienti oncologici.

Scrivono i promotori del premio: “Europa Donna Italia vuole ribadire l’importanza della comunicazione medico-paziente e del supporto psicologico”.

Non solo.

I cinque medici premiati sono stati scelti per l’uso delle parole giuste con i loro pazienti, parole che spesso sono in grado di curare.

E d’altronde, Veronesi “è stato il primo a riconoscere e dare l’umanizzazione alla medicina – dichiara Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia – prima di lui si pensava che fosse più urgente curare l’organo piuttosto che la persona”.

In questo, Veronesi è stato un assoluto precursore.

“Lui – prosegue D’Antona – aveva capito che preoccuparsi della sensibilità delle pazienti accelerava la guarigione e lo insegnava ogni giorno a colleghi e allievi. Il Riconoscimento vuole valorizzare il modo di concepire la relazione medico-paziente introdotto da Veronesi affinché sia da stimolo e modello esemplare per tutta la classe medica”.

Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Umberto Veronesi e figlio dell’oncologo, ha infine ricordato il punto di vista del padre.

“Il medico deve necessariamente trovare un equilibrio tra il tempo che ha a disposizione, effettivamente troppo limitato, e la capacità di accontentare i pazienti – ricorda Paolo Veronesi – In ogni caso, la regola che vale per tutti noi medici è quella di non chiudere mai la porta di fronte a un paziente che ti vuole parlare”.

 

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