Ventotto anni fa l’insegnante partecipò a un concorso da cui venne esclusa. Per il Consiglio di Stato ci furono “gravi scorrettezze”.

Ottenere giustizia dopo ventotto anni: è quanto è accaduto a una insegnante, Maria Giuseppina Eboli, esclusa dal concorso cui partecipò nel 1990 all’Università La Sapienza di Roma.

La donna concorreva per uno dei 35 posti di associato. Ma, per colpa di gravi scorrettezze, fu esclusa dal concorso.

Dopo una lunghissima battaglia giudiziaria, il Consiglio di Stato ha stabilito che il Ministero dell’Istruzione debba risarcirla con circa 260mila euro per i danni economici e morali subiti.

L’insegnante, grazie al Codacons, dopo anni di battaglie in tribunale, ha ottenuto l’assegno riparatore.

La vicenda

I fatti iniziano appunto nel 1990, quando l’allora ricercatrice presso l’Università La Sapienza di Roma ha partecipato al concorso da 35 posti per professore associato del raggruppamento disciplinare “economico estimativo”.

Il concorso è andato male, però.

Tuttavia, l’insegnante ha presentato ricorso al Tar del Lazio, denunciando “le gravi scorrettezze commesse dalla Commissione giudicatrice”.

Il tribunale ha quindi accolto tutte le sue istanze, disponendo l’annullamento dell’atto di nomina della Commissione in quanto illegittima.

A quel punto, il Miur ha fatto tre distinti ricorsi in appello, tutti respinti dal Consiglio di Stato. Nonostante questo, però, la sentenza è rimasta lettera morta, fino a quando, nel 2008, la donan ha fatto nuovamente ricorso al Tar del Lazio vincendolo. Due anni dopo è arrivata la nomina a “professoressa associata”.

Tuttavia, il ministero si è rifiutato di riconoscerle un indennizzo per i danni provocati alla sua carriera.

Anche dopo questa ennesima batosta, la docente ha deciso di presentare il suo terzo ricorso al Tar del Lazio, che ha vinto nuovamente.

Da qui è arrivato l’ordine dei giudici al Miur di risarcire la professoressa esclusa del concorso per tutti i danni subiti. Con, naturalmente, anche la doverosa ricostruzione della propria carriera a fini economici e previdenziali.

Soddisfatto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.

“Oggi il ministero dell’Istruzione ha finalmente staccato un assegno da 257.684 euro per i danni economici e morali inferti alla professoressa. Rimane l’amarezza per il vergognoso comportamento del Miur, che ha costretto una ricercatrice ad attendere 28 anni per veder riconosciuti i propri diritti, un ritardo criminale che ha privato la professionista della sua vita lavorativa e di una carriera che le spettava di diritto”.

 

 

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