Un medico è stato assolto dall’accusa di aver presentato false attestazioni per partecipare al concorso per diventare primario di neurochirurgia

È stato assolto da tutte le accuse un medico di San Cesario, in provincia di Lecce, accusato di aver presentato false attestazioni per partecipare al concorso per diventare primario di neurochirurgia dell’ospedale “Vito Fazzi”.

Si è chiusa quindi la vicenda che aveva visto protagonista il professionista 65enne. Per lui, l’accusa aveva chiesto tre mesi di reclusione.

La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Annalisa De Benedictis.

Sono state quindi accolte le tesi difensive sostenute dai legali del medico, accusato di aver presentato false attestazioni per partecipare al concorso per diventare primario di neurochirurgia.

Ester Nemola e Massimo Manfreda, i difensori, hanno dimostrato la correttezza del professionista. L’inchiesta era stata avviata con 2 esposti anonimi che bloccarono la procedura.

L’aspirante direttore, infatti, era finito sotto inchiesta insieme a tutta la commissione per i fatti risalenti al 2012.

Quell’anno, il medico avrebbe indicato come tutti gli interventi registrati dal 28 gennaio del 1995 al 30 aprile del 2012 fossero stati eseguiti in qualità di primo operatore.

Secondo le indagini, invece, il medico avrebbe ricoperto il ruolo di secondo operatore per i 94 interventi effettuati al “Vito Fazzi”; del terzo in due casi e del quarto in un caso.

Per l’accusa, erano false attestazioni per partecipare al concorso in questione.

Ma non solo.

Ci sarebbero anche gli interventi eseguiti al “Perrino” di Brindisi.

Su 28 casi per 26 sarebbe stato secondo operatore e terzo operatore in altre due circostanze mentre in altri quattro casi gli interventi sarebbero stati effettuati da altri operatori medici.

Secondo l’accusa, il dottore ora assolto era accusato di aver allegato alla domanda di partecipazione un elenco di fogli con casistiche operatorie effettuate presso l’ospedale “Vito Fazzi” grazie alla sottoscrizione apocrifa dell’allora direttore del reparto di Neurochirurgia Antonio Montinaro.

Ma tutte le accuse sono cadute dopo una lunga istruttoria. L’Asl si era costituita parte civile con l’avvocato Alfredo Cacciapaglia.

Nell’ambito della stessa inchiesta, il procuratore aggiunto aveva disposto l’archiviazione anche per i 4 medici – componenti della Commissione giudicatrice – finiti sotto inchiesta con l’accusa di abuso d’ufficio in concorso.

 

 

 

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