9 giugno 2011. Una giovane donna si sottopone ad un intervento chirurgico per la rimozione di un polipo vaginale. L’intervento sembra essere riuscito e la paziente torna a casa. Dodici giorni dopo, la donna avverte dei forti dolori nella zona pelvica e si reca subito in ospedale a farsi visitare. I sanitari non riscontrano nulla e fanno tornare la paziente a casa. La donna morirà pochi giorni dopo. Il fatto è accaduto all’ospedale “Umberto I” di Fasano, un  piccolo comune in provincia di Brindisi. Dopo l’accaduto, la Procura della Repubblica ha chiesto ed ottenuto di processare per concorso in lesioni personali colpose due medici del nosocomio pugliese, una ginecologa ed un anestesista, e tre infermieri. Secondo l’accusa, l’equipe medica che ha operato la donna avrebbe dimenticato una garza nell’addome della paziente. Nella fattispecie, come viene riportato uno dei giornali locali,  medici e infermieri avrebbero agito “in cooperazione colposa tra loro, per colpa dovuta a negligenza, imprudenza ed inosservanza di norme che disciplinano l’attività medico-chirurgica” causando lesioni ad una paziente che si era sottoposta ad intervento chirurgico “per via vaginale di polipectomia cervicale”. Il team dei sanitari avrebbe omesso “di adottare le cautele preoperatorie e operatorie, cioè mantenere un estremo della garza introdotta in cavità dall’esterno e successivamente verificare che la stessa venisse rimossa, mediante una revisione del campo operatorio e la conta sistematica di tutti gli strumenti, garze comprese”.

La sentenza è prevista per il prossimo 15 luglio.

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