La bambina era caduta in casa. Portata in Pronto soccorso aveva subito una ferita a un occhio mentre le venivano applicati dei punti di sutura al mento riportando – secondo il perito della Procura – lesioni irreversibili

Il Tribunale di Lecce ha condannato a cinque mesi un medico in servizio nel luglio del 2014 presso un ospedale della provincia salentina. Il professionista, che potrà beneficiare della sospensione della pena e della non menzione nel casellario giudiziale, è ritenuto responsabile di lesioni colpose. La vittima è una bimba di sei anni, rimasta ferita a un occhio mentre veniva medicata al mento.
La piccola, come ricostruisce Lecceprima, era caduta in casa. La madre l’aveva portata in Pronto soccorso, dove il medico le aveva applicato dei punti di sutura. A un certo punto la bambina aveva cominciato a piangere sostenendo di avere qualcosa nell’occhio e di non riuscire più ad aprirlo.
Il medico avrebbe riferito alla mamma di averle forse sfiorato l’occhio col filo da sutura, provocandole così una leggera irritazione. Nonostante le rassicurazioni del camice bianco, che aveva consigliato l’applicazione di un collirio, la bambina continuava a lamentarsi affermando di non vedere bene.

Dopo una serie di ulteriori visite, la famiglia si era rivolta privatamente a uno specialista.

Quest’ultimo aveva accertato che l’occhio aveva subito un grave trauma e che quindi occorreva procedere d’urgenza. Da lì il ricovero al Policlinico di Bari per un delicato intervento chirurgico, andato a buon fine.
I genitori hanno quindi deciso di denunciare l’accaduto all’Autorità giudiziaria dando il via a un’inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio del medico del Pronto soccorso.
Nel corso del processo è stato sentito il consulente incaricato dalla Procura di condurre gli accertamenti medico legali durante la fase investigativa. In base alle conclusioni del perito la bambina avrebbe riportato lesioni di carattere irreversibile. La gravità delle stesse ha richiesto un intervento con impianto di protesi, che “attualmente ha ridato un buon recupero ma con limitazioni funzionali” quali assenza di accomodazione e stereopsi. “Nel futuro – sottolinea l’esperto – “non si preclude la possibilità di peggioramento clinico per lo sviluppo di cataratta secondaria, sindrome dell’interfaccia v/r, strabismo”.
Il Giudice, quindi, ha ritenuto di procedere alla condanna. Nella sentenza, inoltre,  ha imposto all’imputato e alla Asl di Lecce il pagamento di una provvisionale di 70 mila euro alle parti civili, ovvero la piccola e i suoi genitori. L’entità del risarcimento sarà poi definita in separata sede. La richiesta della famiglia ammonta complessivamente a 600mila euro.
 
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