Il Consiglio nazionale della Fimmg ha chiesto al segretario generale di intraprendere tutte le azioni necessarie alla risoluzione delle controversie

Carenza di medici, carico di lavoro eccessivo, aggressioni, mancato rinnovo dei contratti e di bandi per i concorsi. Il consiglio nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), ha chiesto al segretario generale nazionale “di proclamare lo stato di agitazione e di mettere in atto tutte le azioni previste, fino allo sciopero generale, necessarie alla risoluzione delle controversie”.

Una decisione maturata nella convinzione che “lo stallo cui assistiamo, non certo passivamente, provocherà un chiaro e colpevole omicidio del Ssn”. Il tutto “iniziando dall’indebolimento della figura centrale e imprescindibile del medico di medicina generale”.

Nella mozione approvata dal Consiglio si parla di una “evidente incapacità di programmazione da parte delle istituzioni”. A partire “dall’insufficiente risposta alla prevista carenza di medici, ancora più evidente in queste settimane per la mancata pubblicazione da parte delle Regioni dei bandi di concorso per il triennio di formazione specifica 2019-2022, che prelude a un nuovo inaccettabile slittamento del corso e a una perdita di migliaia di nuovi specialisti in medicina generale”.

Inoltre, “la problematica del ricambio generazionale pone in particolare sofferenza il settore dell’emergenza sanitaria territoriale, per il quale Fimmg ha già individuato nella differenziazione dei percorsi formativi la soluzione in grado di sopperire alla carenza di medici”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli. “Al Ministro Grillo e al Presidente Bonaccini – ha affermato – facciamo notare che questa professione merita maggiore rispetto. Lo merita per l’impegno, la passione, la generosità, lo spirito di sacrificio e di abnegazione che ogni giorno i medici mettono in atto per garantire quei diritti previsti dalla Costituzione, diritti che lo Stato e le Regioni faticano sempre più a garantire”.

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