Dodici professori dell’Ateneo di Firenze rischiano l’interdizione dal loro ruolo. Il Ministro Grillo parla di ‘emergenza etica’.  Replica del Governatore Rossi: giudizio ‘esagerato’

Avrebbero influenzato le politiche dell’Università di Firenze sui concorsi da bandire, influenzandone l’esito ed elargendo cattedre ai predestinati. E’ l’accusa rivolta dalla Procura di Firenze a dodici professori dell’Ateneo toscano che lavorano presso l’ospedale Careggi. Gli indagati, secondo quanto riporta La Nazione, rischiano ora l’interdizione dal loro ruolo universitario.
L’inchiesta sarebbe partita proprio dalla denuncia di un professore associato di Otorinolaringoiatria. Questi avrebbe atteso invano per anni che venisse bandita la cattedra da ordinario nel suo dipartimento per partecipare al concorso.
Le successive intercettazioni, telefoniche e ambientali, predisposte dagli uomini delle Fiamme Gialle, avrebbero portato allo scoperto – come riferisce il quotidiano toscano – una serie di intrighi e rivalità, nonché di relazioni sessuali clandestine e addirittura morti sospette. In particolare, nel corso di alcune conversazioni, si parlerebbe di 50 decessi in corsia o in sala operatoria, le cui circostanze sarebbero tutte da chiarire.

L’articolo della Nazione è stato postato su Facebook dal Ministro della Salute, Giulia Grillo.

“Il vaso di Pandora scoperchiato a Firenze – ha commentato – è l’ennesima riprova che anche dove la sanità funziona non si può mai abbassare la guardia sulla legalità, il merito e la trasparenza nelle nomine e nei concorsi. Ora le indagini faranno chiarezza, ma il quadro che viene fuori è sconfortante e segnala un’emergenza etica a tutti i livelli e la necessità di un’assunzione di responsabilità da parte di chi ha chiuso gli occhi davanti a tanto malcostume”
Al Ministro ha risposto il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, secondo il quale parlare di ‘emergenza etica “è francamente esagerato”. Sarebbe inoltre  offensivo per “migliaia di lavoratori, onesti e capaci, di una grande azienda ospedaliera e universitaria che, per qualità e quantità dei servizi al cittadino, è al top della sanità italiana”.
“Prendere spunto da un’inchiesta per esprimere giudizi generali – continua Rossi –  è sbagliato e rischia di sollevare soltanto demagogici polveroni politici. Che la magistratura faccia il suo lavoro e che la politica rispetti il lavoro degli altri senza strumentalizzazioni, senza generalizzazioni e senza esprimere sentenze che ancora non sono state emesse e che spetta ad altri pronunciare.

Sulla vicenda è intervenuta con una nota la stessa Direzione sanitaria del Careggi.

“Il nostro rammarico, mio e di tutta la comunità di persone che lavorano a Careggi e che ho il compito di  rappresentare – ha dichiarato  il direttore generale Rocco Damone – è pari soltanto al timore che queste vicende possano indebolire il rapporto di fiducia che in cento anni di storia la nostra Azienda ha saputo costruire con i pazienti, la città di Firenze e la comunità scientifica nazionale e internazionale”.
“Per questo – aggiunge -, nel rispetto delle indagini in corso, rigettiamo le affermazioni riportate di alcuni professionisti che hanno detto cose gravi e inquietanti che ci colpiscono con dolore umano e professionale. Chi ha fatto queste affermazioni, accertate le responsabilità, risponderà personalmente di quanto dichiarato, delle offese ai colleghi e alla correttezza di una comunità di quasi 6mila lavoratori, secondo le norme previste dai regolamenti aziendali”.
 
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