Dal rendiconto generale dello Stato sull’impiego dei fondi statali in sanità emergono differenze tra le varie regioni italiane

Il rendiconto generale dello Stato relativo all’esercizio finanziario 2017 reso noto dalla Corte dei Conti evidenzia che in materia di fondi statali permangono notevoli differenze tra le regioni.

Questa situazione di diseguaglianza viene intercettata dalla crescente incidenza della mobilità sanitaria.

La Regione Calabria ha una mobilità passiva in uscita del 21,3% (a fronte di una mobilità attiva del 2,5%), la Sicilia ha rispettivamente percentuali del 7,1 e dell’1,8.

Quali poli di attrazione per i cittadini che decidono di ricevere le cure in aree diverse da quelle di residenza spiccano Lombardia e Veneto al Nord, Emilia Romagna, Toscana e Umbria al centro.

“Tuttavia bisogna riconoscere – sottolinea Avoli –  che il sistema sanitario nazionale ha saputo proporre scelte e metodologie organizzative profondamente innovatrici, in grado di preservare i livelli qualitativi di servizi resi ai cittadini.

Alcune Regioni hanno dato migliore prova, accentuando ancora di più la divaricazione fra i vari territori regionali, che tuttora caratterizza il comparto”.

Va poi notato che i numerosi interventi in tema di razionalizzazione della spesa si sono abbattuti nel comparto sanitario con tagli spesso troppo lineari.

Incidenza dei fondi statali 

Lo stato di previsione del Ministero della salute presentava una dotazione finanziaria iniziale di competenza di 2.331,9 milioni.

Aumentata a 2.691 milioni nelle previsioni definitive con un incremento di 359 milioni.

Incremento giustificato dall’acquisto di farmaci e medicinali oncologici innovativi (1 miliardo). L’intervento a favore di questi farmaci rappresenta un passo importante nel miglioramento della qualità dell’offerta sanitaria.

Dalla relazione emerge poi che i fondi statali sono concentrati in quattro programmi. Tre della missione “Tutela della salute” e uno della missione “Ricerca e innovazione”.

Ad essi va (al netto dei fondi per i farmaci) l’87,3% delle risorse nel 2017, a fronte dell’85,3% del 2016.

Si tratta della “Programmazione del SSN…” che vede aumentare le risorse attribuite del 38%, della “Vigilanza sugli enti e sicurezza delle cure” (+1,7%) e della “Ricerca per il settore della sanità pubblica” (+19,2%).

La “Prevenzione e promozione della salute…” registra nell’anno una flessione delle risorse assegnate dell’8,5%.

“Nel corso del 2017 la spesa sostenuta dal SSN è stata pari a 117,472 miliardi, in crescita dell’1,34% rispetto all’esercizio precedente, con una incidenza del 6,85% sul PIL.

La spesa pro capite è stata di euro 1.939. Circa 40 miliardi sono stati impiegati per l’acquisto di beni e servizi, fra i quali i prodotti farmaceutici e i dispositivi medici in incremento.

“Sostanzialmente immutato– spiega Avoli – il costo complessivo del personale. 

Si deve poi purtroppo registrare la contrazione della spesa per investimenti infrastrutturali e tecnologici. 

Secondo dati del Ministero della Salute, circa un terzo delle apparecchiature è obsoleto in quanto operativo da più di dieci anni ed ha quindi bisogno di frequenti manutenzioni.

Risulta poi ancora importante la mole di lavoro svolto per i risarcimenti e indennizzi a favore dei danneggiati da complicanze irreversibili a causa dell’utilizzo di emoderivati, vaccinazioni obbligatorie e per l’assunzione del farmaco talidomide.

Le novità in arrivo 

Importanti novità in arrivo grazie ad una gestione più efficiente dei fondi statali, con importanti miglioramenti per i cittadini.

Con la legge di bilancio per il 2018 sono state individuate risorse per una parziale riduzione dei ticket sulla specialistica.

Passi ulteriori sono stati fatti per il potenziamento degli strumenti di gestione del sistema informativo sanitario che rappresenta un elemento importante sia per il miglioramento dei servizi che per il controllo della spesa.

Nel 2017 è stato approvato il piano nazionale per la prevenzione vaccinale con risultati coerenti a quanto programmato in pressoché́ tutte le regioni.

Procede l’attuazione del DM 70 del 2015 con il riordino del sistema di assistenza ospedaliera e il potenziamento dei servizi territoriali.

La novità più grande riguardano i LEA.

Sono stati rivisti, da cui è dipeso (in collaborazione con il MEF) un processo di risanamento del settore nella garanzia di adeguati risposte assistenziali.

 

Barbara Zampini

 

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