Tra settembre e ottobre aumentano le segnalazioni di intossicazione o avvelenamento da funghi. La maggior parte si risolve senza danni, ma in un piccolo numero di casi le conseguenze sono gravi

Non raccogliere e mangiare funghi senza il controllo di commestibilità dell’Ispettorato Micologico della ASL. Consumarne quantità moderate e evitare di proporli ai bambini in età prescolare. Sono alcune indicazioni contenute nel vademecum stilato dagli esperti del Centro Antiveleni dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per consentirne un consumo senza rischi per la salute.

E’ tra settembre e ottobre che aumentano le segnalazioni di intossicazione o avvelenamento. Si tratta dei mesi in cui nei boschi italiani è possibile trovare praticamente tutte le specie. Il fenomeno è legato anche all’intensificarsi dell’attività dei cosiddetti “esperti fai da te” che raccolgono e mangiano funghi talvolta senza sottoporli ai dovuti controlli.

Ingerire il fungo “sbagliato” può essere rischioso. La maggior parte delle intossicazioni si risolve senza danni o con sintomi irrilevanti, ma in un piccolo numero di casi le conseguenze sono gravi.

L’ingestione di alcune delle specie più pericolose genera sintomi che si manifestano dopo molte ore (da 6 a 48). A quel punto il danno agli organi interni si è già innescato. I più colpiti sono il fegato e i reni.  Altri funghi possono provocare reazioni “a breve latenza” (fino a 6 ore) come disorientamento e convulsioni o gravi sintomi gastro-enterici con possibili ripercussioni metaboliche.

L’incidenza delle intossicazioni da funghi nei bambini è minore rispetto agli adulti, ma sono proprio i piccoli a correre il pericolo maggiore. Il loro organismo, infatti, è più sensibile a questo alimento e può venire danneggiato con maggiore facilità.

Al Bambino Gesù ogni anno vengono seguiti circa 10 bambini con intossicazione da funghi.

Più in generale si verificano circa 5 casi ogni 100.000 persone, pari allo 0,25 % delle esposizioni a sostanze tossiche nell’uomo.

“Una buona parte di queste intossicazioni non è dovuta all’ingestione di funghi velenosi, ma ad un uso scorretto di questo alimento. Spesso, infatti, i funghi vengono mangiati senza un’adeguata cottura, in cattivo stato di conservazione, in fase troppo avanzata di maturazione o in eccessiva quantità”. A spiegarlo è Marco Marano, responsabile del Centro Antiveleni del Bambino Gesù. “Un fungo commestibile – prosegue – non deve assolutamente essere mangiato se sono presenti segni di decomposizione a causa di alcune proteine pericolose che si formano proprio durante la fase di maturazione/decomposizione”.

Per mangiare i funghi senza correre rischi, ecco le 10 regole da seguire:

 

Gli esperti del Centro Antiveleni del Bambino Gesù ricordano che la raccolta di funghi è regolata da una legge nazionale (352/1993). La normativa prevede, tra l’altro, il limite massimo di raccolta; l’indicazione degli strumenti da utilizzare; le caratteristiche dei funghi che si possono raccogliere; le modalità di conservazione e trasporto. Inoltre, dal 1 gennaio 2000, tutti i cercatori di funghi devono essere in possesso del tesserino regionale di autorizzazione alla raccolta, rilasciato dall’amministrazione competente dopo aver frequentato un apposito corso di formazione micologica.

 

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