Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato traccia un quadro, dal punto di vista dei cittadini, sul futuro della sanità italiana

Quale sarà il futuro della sanità italiana? Risponde a questa domanda il XXI Rapporto PIT Salute, dal titolo “Tra attese e costi, il futuro della salute in gioco”, presentato da CittadinanzattivaTribunale per i diritti del malato, con il sostegno non condizionante di FNOPI, FNOMCeO e FOFI.

Il rapporto si riferisce all’analisi di 20.163 contatti gestiti, fra gennaio e dicembre 2017, dal PiT Salute della sede nazionale, dalle sedi del Tribunale per i diritti del malato presenti sul territorio nazionale e dai servizi PiT Salute locali.

Il quadro generale

Dalle analisi svolte emerge una sanità fragile. Le liste di attesa, soprattutto per esami diagnostici come mammografie, risonanze e tac, e i costi a carico dei cittadini, in particolar modo per ticket, farmaci e prestazioni in intramoenia, restano le note dolenti per curarsi nel nostro Paese.

In aumento anche le problematiche relative all’assistenza territoriale, in particolare per quella di base erogata da medici di famiglia e pediatri. Diminuiscono invece le segnalazioni di presunti errori medici e i disagi legati al riconoscimento dell’invalidità civile e alla gestione di un handicap.

La sanità: un problema di natura economica

L’accesso alle visite e agli esami e il costo dei farmaci restano per molti cittadini ancora un problema di natura economica, soprattutto per chi non ha facilitazioni quali esenzioni per reddito (come nel caso degli inoccupati) o per patologia (perché non riconosciuta formalmente o durante il percorso di accertamento della diagnosi).

I costi dei farmaci e delle prestazioni in intramoenia sono in aumento (rispettivamente del +4,4% e del +1,6%).

Per i farmaci si registrano anche problemi nell’accesso. In testa le difficoltà nell’accesso ai farmaci innovativi per l’epatite C (30,4% ma in netto calo rispetto al 44,4% del 2016); seguono, in aumento, le segnalazioni per i farmaci non disponibili (28,2%) e quelle riguardanti la spesa privata per i farmaci (20,4%), compresi quelli per i quali l’accesso è regolato da nota limitativa (6,4%).

Difficoltà in aumento anche per i farmaci con piano terapeutico (5,4%) e off label (4,6%). Le aree cliniche più interessate dai problemi di accesso ai farmaci sono l’epatologia (28,2%), l’oncologia (10,7%), l’oculistica (10,6%) e la neurologia (9,8%).

In aumento anche le segnalazioni di lunghi tempi di attesa: a denunciarle oltre la metà dei cittadini (56% nel 2017, era il 54% nel 2016). Si attende soprattutto per le visite specialistiche (39%) e per gli interventi di chirurgia (30%); seguono le liste di attesa per gli esami diagnostici (20,8%) e infine anche per la chemio e radioterapia che arrivano al 10% e fanno registrare un aumento del 100% rispetto all’anno precedente.

Tra assistenza e burocrazia

Oltre ai costi in aumento, la burocrazia è l’altro grande nemico da sconfiggere per un roseo futuro della sanità italiana. Lamentano problemi burocratici soprattutto i cittadini alle prese con il tema dell’assistenza domiciliare e chi è portatore di invalidità.

Si riscontrano problemi burocratici anche per il tema dell’accesso alle informazioni. I cittadini segnalano che diventa sempre più difficile accedere alla documentazione medica. Si segnalano anche disagi che riguardano le procedure per la gestione del consenso informato e quelle per conoscere le strutture esistenti sul territorio. Crescono le difficoltà nelle pratiche di assistenza sanitaria per cittadini extracomunitari

Si aggiungono alla burocrazia carenze nell’assistenza territoriale, in particolare incontrano difficoltà nell’assistenza primaria di base, ossia quella erogata da medici di famiglia, pediatri e guardie mediche: si segnala il rifiuto delle prescrizioni (30,6%), l’inadeguatezza degli orari (20,7%), la sottostima del problema segnalato dal paziente (15,6%).

Per l’assistenza residenziale i cittadini lamentano invece costi eccessivi (35%), scarsa assistenza medico-infermieristica (28,9%) e lunghe liste di attesa (24,6%).

Le proposte di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato

“La traiettoria delle politiche sanitarie pubbliche deve essere quella di garantire maggiore accessibilità ai servizi sanitari, riducendo tempi di attesa e costi legati soprattutto a livelli di ticket ampiamente superiori al costo di alcune prestazioni svolte in regime privato.

Per questo chiediamo che Governo e Parlamento approvino con questa Legge di Bilancio l’abrogazione del Superticket, un balzello che ostacola l’accesso alle cure e che incide negativamente sui redditi delle famiglie e sulle casse del SSN.

Contemporaneamente chiediamo l’immediata approvazione del nuovo Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa 2018-2020 trasmesso dal Ministero della Salute alla Conferenza delle Regioni. Inoltre è prioritario dare finalmente risposte alle fragilità attuando in tutte le Regioni il Piano Nazionale della Cronicità approvato ormai due anni fa ma recepito solo da sette Regioni”.

Barbara Zampini

 

 

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