Si tratta della prima pronuncia nei confronti di Facebook da parte dell’Autorità Garante per la Privacy Italiana

Il monito proveniente dal Garante della Privacy contro il colosso dei social network giunge all’esito di un ricorso che un utente di Facebook aveva rivolto alla stessa Autorità, dopo aver già interpellato il social network ed aver ricevuto risposta negativa.

Nella specie, il ricorrente affermava di aver subito ripetute minacce e tentativi di estorsione e sostituzione di persona da parte di un altro iscritto, che dopo aver chiesto e ottenuto la sua “amicizia”, avrebbe dapprima intrattenuto una corrispondenza confidenziale, successivamente, al suo rifiuto di sottostare alle richieste di denaro, questi avrebbe creato un falso account, utilizzando tutti i suoi dati personali e la fotografia postata sul suo profilo, per inviare a tutti i contatti Facebook dello stesso fotomontaggi e video lesivi del suo onore, rispetto e decoro. L’utente chiedeva perciò, che fosse cancellato e, conseguentemente, eliminato l’account falso, e che fossero comunicati tutti i suoi dati in forma chiara, anche di quelli presenti nel fake.

Il Garante della privacy ha accolto il ricorso stabilendo che Facebook dovrà fornire alla vittima, in modo chiaro, tutti i dati che lo riguardano, anche quelli inseriti dal profilo fake (informazioni personali, foto, post). Non solo. il social network dovrà bloccare il falso account per permettere un eventuale intervento della magistratura.

La pronuncia è importante dal momento che l’Autorità Garante per la Privacy italiana per la prima volta afferma la propria competenza contro Facebook. Questa, come spiega il garante, è presente sul territorio italiano con un’organizzazione stabile, Facebook Italy srl, la cui attività è connessa con quella svolta da Facebook Ireland ltd che ha effettuato il trattamento di dati contestato.

La privacy nei social network è un tema assai caro e continuamente oggetto di dibattito, considerato soprattutto il progredire dei servizi in internet, dall’home banking alle transazioni telematiche per finire con i social network e altri canali di comunicazione.

A tal riguardo, è noto come il Codice della privacy riconosca a “chiunque il diritto alla protezione dei dati personali”. Per garantire tale diritto sono previsti una serie di strumenti: la correttezza del trattamento dei dati in primo luogo e la possibilità di intervento dell’interessato.

Chi utilizza i dati personali di un soggetto è tenuto a rilasciare una informativa per illustrare le finalità e le modalità del trattamento dei dati, mentre il soggetto che conferisce i dati può verificare la correttezza del trattamento e, in alcuni casi, revocare il proprio consenso al trattamento medesimo.

Nell’applicazione di queste regole al mondo virtuale, tuttavia, si incontrano non pochi problemi, in quanto la rete internet per le sue particolari caratteristiche pone serie difficoltà nell’attuazione di serie forme di controllo.

È importante ricordare che il 15 ottobre del 2008, in occasione della Conferenza internazionale delle Autorità di protezione dei dati, settanta authority preposte alla sorveglianza e al rispetto della privacy nei vari paesi si sono riunite per discutere e fare il punto della situazione analizzando l’attività di vigilanza e i rischi dovuti all’innovazione delle tecnologie. Oggetto di particolare attenzione è stato proprio il tema dei social network, e la necessità/urgenza di colmare le vistose lacune legislative presenti in materia.

Nella specie, è stato stabilito che i fornitori dei servizi di social network si impegnino per garantire principalmente: la trasparenza delle informazioni; il controllo da parte degli utenti sui dati che li riguardano; le impostazioni di default orientate alla privacy; il potenziamento delle misure di controllo al fine di impedire gli accessi abusivi ai profili-utente da parte di soggetti terzi; la semplificazione delle operazioni di recesso dal servizio.

Quest’oggi il caso riguarda Facebook, l’esempio più vistoso nella categoria dei Social Network. L’estrema facilità nella gestione e utilizzo dello stesso rende possibili, con sempre maggiore frequenza, casi di abuso e raggiri provenienti da vari sistemi o singoli utenti che operano all’interno della rete stessa vendite, passaggi, scambi di dati in totale libertà, violando la privacy dei poveri malcapitati. Di qui l’urgenza di una corretta gestione dei dati in Internet che ne preservi al tempo stesso la sicurezza.

Avv. Sabrina Caporale

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