Scotti: apprezzamento per l’attenzione dedicata al tema del governo delle liste d’attesa ma attenzione alla burocrazia prescrittiva

“Non possiamo che apprezzare l’attenzione e le azioni che il ministro della Salute Giulia Grillo sta dedicando al tema delle liste d’attesa. Una questione che ha risvolti quotidiani sulla pratica ambulatoriale e che incide sull’accesso dei nostri pazienti alle cure di secondo livello. Tuttavia, quando il tema della lista d’attesa riguarda alcune visite specialistiche, non si può sottovalutare l’approccio “burocratico” che i meccanismi prescrittivi di alcuni farmaci cosiddetti “innovativi” quali Incretine, Nao e farmaci per la BPCO creano”. Così il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, sul nuovo Piano nazionale per il governo delle liste d’attesa 2019-2021.

“Esistono percorsi assistenziali che meritano una riflessione più attenta – il rappresentante dei medici di medicina generale -. Percorsi che potrebbero e dovrebbero giovarsi del sostegno della medicina generale”.

Per Scotti, quindi, è bene parlare di gestione trasparente delle prenotazioni di visite ed esami medici.

Così come è “ottimo prevedere una riduzione dei tempi massimi per ottenere le prestazioni non urgenti”. E’ anche giusto che si intervenga sui manager che non riescono ad ottenere i risultati stabiliti.

“Quello che ci sembra assurdo – sottolinea il segretario – è che si vada ad intervenire sulle liste d’attesa senza in alcun modo prendere in considerazione una modifica della modalità prescrittiva che coinvolga attivamente i medici di famiglia nel rispetto dei criteri di sostenibilità e appropriatezza e di cooperazione integrativa con la specialistica”.

Su temi specifici e di grandissimo impatto, penso ad esempio alle visite specialistiche di area cardiologica, pneumologica, diabetologica, ci aspettiamo – aggiunge –  che le analisi sulle liste d’attesa non nascondano con artifizi informatici le attese determinate da obblighi prescrittivi di piani terapeutici ad esclusività specialistica e che invece si ragioni comprendendo che l’intervento prescrittivo dei medici di medicina generale può liberare energie
specialistiche per un vero secondo livello di cura e non come accompagnamento di controllo amministrativo del primo livello.

“Sarebbe ridicolo – conclude Scotti – che un direttore generale un domani possa essere messo in discussione per effetto di una lista d’attesa creata dalla burocrazia prescrittiva, che da obbligo dello stato diventi una sua responsabilità”.

 

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