Sarebbe un caso di gravidanza criptica quello della 36enne deceduta lo scorso gennaio dopo essere stata dimessa dall’ospedale Vecchio Pellegrini con una diagnosi di lombosciatalgia. Ma secondo i consulenti della Procura i camici bianchi che la ebbero in cura avrebbero dovuto accorgersene

Era incinta ma non lo sapeva. Si trattava di una gravidanza criptica, di cui i medici, tuttavia, avrebbero dovuto accorgersi. E invece la gestante non sarebbe stata sottoposta agli opportuni esami, perdendo la vita per una necrosi sviluppatasi in seguito alla morte del feto.

Sono le conclusioni dei medici legali incaricati dalla Procura di svolgere l’autopsia sul corpo di una 36enne, morta lo scorso inverno all’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli. La donna si era recata il 15 gennaio presso il nosocomio partenopeo accusando forti dolori addominali ma sarebbe stata dimessa con una diagnosi di lombosciatalgia. Tre giorni dopo era sopraggiunto il decesso.

Secondo i consulenti, il personale sanitario, alla luce della sintomatologia lamentata, avrebbe dovuto accorgersi di quanto le stesse accadendo.

In particolare, l’operato dei medici che ebbero contatto con la paziente in occasione del suo primo accesso in Pronto soccorso, sarebbe “da censurare”. Ciò in quanto la 36enne “non fu sottoposta ad un corretto esame anamnestico e soprattutto clinico obiettivo, che ove invece eseguito in condizioni e con modalità adeguate, avrebbe senza dubbio mostrato l’esistenza di un addome gravidico”. Un’idonea e indicata assistenza della giovane, quindi “ne avrebbe con criterio di elevata probabilità tecnica garantito la sopravvivenza”.

“È chiaro – si legge in un passaggio della relazione riportata dal Mattino – che un approfondito ed adeguato esame del distretto anatomico addominale, prima attraverso la palpazione superficiale e profonda dello stesso, poi con un eventuale esame strumentale di I livello (ecografia) non fu mai eseguito. Proprio a fronte di una sintomatologia lombalgica in giovane donna era auspicabile un accurato esame obiettivo dell’addome, proprio per escludere l’esistenza di problematiche cliniche di pertinenza addominale caratterizzate dalla comparsa dolore lombare, tra le quali è possibile annoverare per l’appunto una colica renale, una disseccazione artica o una problematica pelvico-uternita (compresa una gravidanza). Se fosse stato adeguatamente palpato l’addome della paziente, non sarebbe assolutamente potuta sfuggire l’apprezzabilità del fondo eterni in gravida a termine”.

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