Chiunque, almeno una volta nella vita, ha sperimentato uno stato d’ansia! Ma che cos’è l’ansia?
Si tratta di episodi di paura, spesso immotivata, caratterizzati da tachicardia, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento o di dolore al petto. Ansia, angoscia, paura, sono emozioni fondamentali nella nostra vita che, in vista di obiettivi importanti, sollecitano il soggetto a dare il meglio di sé ma possono diventare un problema per frequenza ed intensità: quando queste reazioni emotive diventano croniche inducono uno stato di allarme costante che comporta nel nostro corpo una serie di reazioni che interferiscono con il corretto funzionamento dei sistemi immunitario, metabolico e cardiovascolare. Inoltre si possono verificare nel tempo dei veri e propri fenomeni di degenerazione neuronale in zone molto importanti per la memoria e l’orientamento spaziale come l’ippocampo. Il termine ansia, quindi, indica uno stato affettivo che invade il corpo, il biologico del vivente, ma anche la sua psiche.
I bambini soffrono d’ansia? Come ce ne possiamo accorgere?
Se parliamo di ansia quasi sempre ci sovviene in mente l’immagine di una persona matura, adulta.  Ma il nostro immaginario non corrisponde alla realtà. L’ansia, infatti, è uno stato che può accompagnare l’uomo in qualsiasi momento della vita. Di ansia soffrono anche i bambini, anche gli adolescenti ed infine gli adulti. L’ansia di per sé non è negativa, ma è un “segnale” di qualcosa che non va, che “non gira”, “non funziona”. In alcuni momenti di vita, prima di una performance, di un esame, di una scelta importante, l’ansia è importante: ci attiva e ci fa concentrare su un obiettivo specifico. Se l’ansia si tramuta in un vero e proprio modo di essere, di pensare e di entrare in relazione col mondo, allora l’ansia diventa un vero e proprio sintomo anche invalidante, che ci inibisce, ci blocca anziché aiutarci ad affrontare il mondo.
L’ansia, quindi, si presenta anche durante l’infanzia anche come sintomo. Mi vengono in mente bambini che hanno paura del buio, di provare nuove esperienze, di rompere la routine, di separarsi dai genitori. L’ansia ha facce diverse, questo significa che ha anche contenuti diversi soprattutto se pensiamo a dei bambini. Non è raro trovare dei piccoli che abbiano delle ansie, dei timori per preoccupazioni che all’adulto potrebbero sembrare banali, anzi ridicole. Dobbiamo ricordarci che noi non siamo nessuno per poter giudicare l’ansia di un piccolo, anche perché per quanto il contenuto possa sembrarci “ridicolo”, la paura che l’accompagna è vera. Insomma, può farci sorridere il contenuto ma non la paura!
A volte un segnale che può farci cogliere l’ansia nei bambini è l’evitamento di alcune situazioni: i bambini ansiosi si sforzano di evitare tutto ciò che è fonte di inquietudine. Mi viene in mente un bimbo, rimasto traumatizzato dal non aver trovato più la madre alla fine di una festa di compleanno, ebbene ci è voluta una tranche di terapia affinché potesse accettare di ritornare a delle feste di compleanno e tollerare l’assenza temporanea della madre.
Gli adolescenti soffrono d’ansia?
Se pensiamo all’adolescenza, l’ansia può essere un campanello d’allarme dell’adattamento del giovane ai cambiamenti tipici di questa età: il corpo cambia, le emozioni diventano più intense, emerge la sessualità, c’è la ricerca del “gruppo” e dell’accettazione da parte dei pari. In tutto ciò, in tutte queste nuove ricerche, l’adolescente deve creare ed acquisire nuove competenze individuali e sociali.  Insomma, di motivi per sperimentare l’ansia in maniera più “forte” ce ne sono!
Che fare quando l’ansia ci inibisce?
Possiamo capire, quindi, come tante volte si arrivi in età adulta con alle spalle tanti episodi di ansia anche severa, ma mai “affrontata”, “curata”.  In età adulta altre contingenze faranno venir fuori quelle stesse fragilità che hanno già caratterizzato il nostro passato ma che non abbiamo affrontato. Saranno, però, altre contingenze a farle venire fuori: i figli, la carriera, la perdita di persone care, il rapporto con i colleghi..
Non è raro, quindi, trovare pazienti adulti che ci raccontano che determinate insicurezze, ansie, fragilità, li abbiano sempre caratterizzati ed inibiti, ma solo in età adulta hanno trovato il coraggio di chiedersi quell’ansia, quel sintomo, cosa significhi nella loro vita e come venirne fuori. Un percorso di psicoterapia, talvolta supportato anche da una terapia farmacologica, dà l’opportunità all’individuo di fare i conti con le proprie ansie e dare nuovi significati ad eventi percepiti esclusivamente come ansiogeni fino a quel momento.
Se si ci accorge che il proprio figlio soffre di ansia, magari esprimendola in uno dei modi che abbiamo precedentemente visto, allora è bene interpellare un professionista e cercare insieme una soluzione affinché quel bambino ansioso diventi un adulto sicuro e non un adulto inibito.
Per quanto suddetto, si comunica ai lettori di Responsabile Civile che venerdì 26 maggio sarà possibile usufruire di un incontro gratuito con la sottoscritta per questioni riguardanti l’ansia dall’infanzia all’età adulta. Chiunque voglia può contattare la nostra redazione all’indirizzo redazione@responsabilecivile.it e fissare un incontro.
Se soffri di attacchi di panico, ti senti incerto, timoroso, inibito, ansioso, puoi approfittare di questa giornata per stabilire un contatto e chiedere il parere di un professionista.  Lo stesso vale se sei un genitore e noti delle incertezze, dei timori persistenti, delle ansie in tuo figlio, questo incontro può rappresentare l’occasione per fare chiarezza, per chiedere dei consigli, per strutturare una “soluzione” del problema.
 

Dr.ssa Rosaria Ferrara

(Psicologa forense)

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui