Una ricerca della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha scoperto le proprietà di questo nanomateriale a base di carbonio: nuove possibilità nella lotta alle resistenze antibiotiche

Il grafene sarà il disinfettante ospedaliero del futuro: secondo i ricercatori della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (che hanno lavorato in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Roma), infatti, una formulazione (gel o liquida) a base di grafene – cioè un nanomateriale costituito di carbonio che si trova anche nella mina delle matite – ha la capacità di tagliare le pareti dei batteri come fosse una lama.

Non è tutto: riesce a intrappolare i batteri come fosse un lenzuolo (quindi isolandoli dal mondo esterno) e ne riesce ad alterare il metabolismo, impedendo così che vadano a moltiplicarsi. Una triplice azione, dunque, che rende questa nuova formulazione disinfettante ancora più efficace e superiore ad altri agenti antibatterici che vengono utilizzati oggi e contro cui i microbi killer possono facilmente instaurare resistenze.

Il team di ricerca dell’Università Cattolica di Roma – che è formato dai professori Marco De Spirito e Massimiliano Papi dell’Istituto di Fisica e dal professor Maurizio Sanguinetti e dalla dottoressa Francesca Bugli dell’Istituto di Microbiologia e Virologia, insieme al professor Claudio Conti, direttore dell’Istituto dei Sistemi Complessi del CNR di Roma – ha osservato l’efficacia dell’ossido di grafene contro batteri e funghi killer ospedalieri come lo Staphylococcus aureus e la Candida albicans. “La dimostrazione è avvenuta per ora in laboratorio in esperimenti in provetta” ha spiegato proprio il professor Papi, “ma si sta valutando la possibilità di eseguire delle sperimentazioni in ambito clinico” .

“Il grafene potrebbe divenire un ‘disinfettante’ ospedaliero, siamo vicini a questo traguardo”, ha spiegato sottolineando che, inoltre, il grafene è una molecola rispettosa dell’ambiente e ha costi contenuti.
Ci sarebbero, però, anche altre possibili applicazioni importanti in ambito medico: “utilizzato per rivestire strumenti medici e chirurgici, potrebbe contribuire a ridurre le infezioni, soprattutto dopo un intervento chirurgico, oltre a ridurre l’uso di antibiotici e la resistenza agli antibiotici”.

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