Per il Sismel (Sindacato degli specialisti in medicina legale e delle assicurazioni), la nuova normativa penalizza l’autonomia della categoria e non aiuta i giovani professionisti

Entra in vigore oggi, a distanza di due settimane dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale , la legge 24/2017 in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie. Se il provvedimento è stato accolto con  grande soddisfazione da una larga parte del mondo delle Istituzioni e dell’associazionismo di area medica, c’è tuttavia chi invece ritiene che non ci sia nulla da festeggiare.
E’ il caso dei medici legali aderenti al Sismel (Sindacato degli specialisti in medicina legale e delle assicurazioni), secondo cui  “l’euforia di molti che continuano a ringraziare il legislatore per il provvedimento sulla responsabilità medica che gli stessi si pregiano di aver contribuito a scrivere, appare davvero eccessiva”.
Sarà il tempo, spiega il presidente dell’Associazione, Paolo Arbarello, a stabilire se questo provvedimento otterrà il risultato di tranquillizzare i medici, diminuire il contenzioso, recuperare il rapporto con i pazienti e garantire risarcimenti certi, oppure se farà sorgere dubbi interpretativi, moltiplicando il contenzioso penale e coinvolgendo il medico in un numero maggiore di procedure, non solo per iniziativa dei pazienti ma anche della propria azienda. Occorrerà poi vedere se i medici troveranno assicurazioni disposte ad assicurarli a prezzi ragionevoli.
“Cosa dire, poi, – si chiede il Presidente del Sismel – del tanto osannato ruolo che questa legge finalmente accorderebbe, sempre secondo i commentatori, al medico legale?”. Sul punto interviene segretario generale del sindacato, Giovanni Liguori: “Ebbene – afferma – fino a poco tempo fa, lo specialista in medicina legale aveva ben chiaro quale fosse il suo ruolo nella società civile. Si poteva certamente affermare che nella funzione di supporto al giudice e, nello svolgimento delle sue funzioni, godeva di autonomia come tutti gli altri specialisti”.
Con la nuova legge, invece, secondo il Sismel, si stabilisce che lo specialista in medicina legale, per legge, ha sempre bisogno del tutor, lo specialista clinico anche in quei casi in cui non servirebbe perché la criteriologia medico-legale sarebbe sufficiente. “Siamo sicuri di volerla definire una “conquista”? – continua Liguori – Adesso, con l’inizio del lungo iter dell’attuazione, da domani 1 aprile, si tratterà di vigilare sull’applicazione di questa norma. Coloro che hanno avuto tanto interesse a promuoverla, saranno gli stessi a guidarne l’attuazione? Siamo certi che gli organi competenti saranno particolarmente attenti a garantire che, in un settore così delicato, in cui molto è demandato ai decreti, non si verifichino conflitti di interesse?. E poi – conclude Liguori – non ci vengano a dire che la legge aiuterà i giovani medici legali a crescere e a lavorare perché nei criteri fissati da quella norma non c’è proprio spazio per loro”.

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