Castellan (Ipasvi Padova): avviate procedure disciplinari, chi compie azioni del genere non è infermiere

E’ stato incastrato dalle telecamere piazzate dai Carabinieri del Nas che lo hanno pizzicato mentre, dopo aver sedato una donna di 58 anni con degli psicofarmaci, si è chiuso nella stanza della paziente e ne ha abusato sessualmente. Un infermiere rumeno di 41 anni, in servizio presso il reparto di neurochirurgia dell’Ospedale di Padova, è stato arrestato in flagranza di reato e dovrà ora rispondere di violenza sessuale aggravata. Nei suoi confronti il  Giudice per le indagini preliminari ha convalidato la misura della custodia cautelare in carcere.
L’operazione dei Nas è scattata su segnalazione alla Procura da parte della stessa Azienda ospedaliera. I sospetti erano scaturiti a novembre per via  della presenza in reparto di donne poste sotto sedazione di farmaci a base stupefacente al di fuori delle terapie in atto. Inoltre a dicembre una paziente avrebbe presentato un esposto per dei palpeggiamenti subiti dall’infermiere.
Il timore, dunque, è che quello verificatosi lo scorso 4 gennaio non sia un episodio isolato e che l’elenco delle vittime dell’operatore sanitario sia molto più lungo.  L’azienda ospedaliera ha invitato chiunque avesse delle segnalazioni da fare a farsi avanti. “Crediamo nella trasparenza, nella magistratura e nelle forze dell’ordine – ha affermato il direttore generale Luciano Flor – ma vogliamo rassicurare che staremo ancora di più attenti e che lavoreremo in trasparenza e non lasceremo niente sotto traccia”.
Nelle scorse ore la posizione dell’infermiere si sarebbe aggravata; secondo la stampa locale l’uomo, sposato e con due figli, potrebbe dover rispondere anche dei reati di maltrattamenti, per aver somministrato ad altre due pazienti farmaci non prescritti allo scopo di stordirle, e peculato, per essersi appropriato di farmaci dell’Azienda ospedaliera.
Intanto il Collegio Ipasvi di Padova ha fatto sapere di aver già avviato nei confronti del proprio iscritto le procedure disciplinari che, una volta formalizzate le accuse, porteranno alla sospensione prima e alla radiazione dall’albo poi della persona indagata. “Il nostro codice deontologico parla chiaro – afferma il Presidente Fabio Castellan – L’infermiere che rilevi maltrattamenti o privazioni a carico dell’assistito mette in opera tutti i mezzi per proteggerlo, segnalando le circostanze, ove necessario, all’autorità competente. Non il contrario come in questo caso è accaduto. Chi compie azioni del genere non è infermiere o quantomeno non può esserlo più”.
“La nostra comunità infermieristica – sottolinea Castellan – non può accettare che il comportamento di qualcuno offuschi l’impegno di tanti che, con coscienza e umanità, svolgono ogni giorno un lavoro difficile nel rispetto della loro deontologia, vocazione professionale e umanità”.

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