Salgono a sette in tutto i medici sospesi dall’Ordine bolognese. Tra loro anche il direttore del dipartimento della Ausl

Dopo i 4 già “colpiti” a febbraio, l’Ordine di Bologna ha sospeso altri tre medici per le procedure che puntano sull’autonomia degli infermieri a bordo delle ambulanze del 118.

L’accusa è quella di aver “istigato l’esercizio abusivo della professione medica” e ha coinvolto, stavolta, anche i veritici del sistema provinciale: il provvedimento di sospensione, infatti, ha colpito i direttori del dipartimento di emergenza-urgenza dell’Ausl, Giovanni Gordini, e dei pronto soccorso dell’Area Nord, Nicola Binetti, con il responsabile del 118, Cosimo Picoco.

Non si è chiusa, quindi, una vicenda molto complessa che ha visto protagonista il personale del 188 bolognese e che, già a febbraio scorso, aveva visto insorgere diverse associazioni del settore che avevano difeso strenuamente le procedure messe in atto dalla Regione; in Emilia Romagna, infatti, a bordo delle ambulanze è possibile che per determinati tipi di interventi siano presenti solo infermieri specializzati, senza il medico: in questo caso è affidato agli infermieri il compito di fare diagnosi e prescrivere farmaci (ma, come si precisa sul sito del 118 riguarda solo tipologie di soccorso definite “intermedie” non gravissime).

Stavolta, a prendere posizione è la Fp-Cgil di Bologna: è “evidente (anche scientificamente) che le modalità operative del 118 in Emilia-Romagna sono efficaci e sicure, forse il tema è utilizzato strumentalmente” per “difendere la classe medica”. Il sindacato, però, non risparmia neanche la Regione “che – afferma – si riserva ‘di rispondere con atti politici di Giunta’. Sommessamente ci sentiamo di suggerire all’assessore Venturi di rispondere in fretta”.

Anche la deputata del Pd Donata Lenzi ha espresso nuovamente la sua posizione, dicendosi “orgogliosa del nostro Servizio Sanitario regionale e del 118 in particolare”: “l’Ordine dei medici bolognese prosegue nella sua guerra contro l’organizzazione del 118”, in “un’altra tappa della guerra tra innovazione e conservazione. Si utilizza in modo del tutto improprio lo strumento disciplinare contro i professionisti”, sapendo che “il problema del riparto di competenze tra professioni sanitarie, così come quello della centralità del medico, in un’organizzazione sanitaria moderna è tema nazionale e va affrontato con il dialogo non con le sanzioni”.

Per approfondire:

Medici del 118, la maggior parte sono precari e con poche tutele contrattuali

Sospensione medici Bologna, Merli: «Ognuno abbia ruolo definito da Stato e Asl»

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