Nota come ‘spalla congelata’, la capsulite adesiva è una patologia della spalla particolarmente dolorosa. Ecco quali sono i sintomi e come curarla

Spesso conosciuta come “spalla congelata”, la capsulite adesiva è caratterizzata dall’intenso dolore. Questo dolore si spinge spesso anche al braccio e a volte dai più timorosi viene addirittura confuso con un infarto.

Questa patologia della spalla è caratterizzata da un restringimento della capsula articolare. Le nostre articolazioni infatti sono avvolte da una membrana (capsula articolare) che ha una doppia funzione: da un lato mantiene lubrificata l’articolazione contenendo il liquido sinoviale… il nostro olio lubrificante.

Dall’altro lato, informa il cervello su tutti i movimenti che si compiono. La capsula infatti è ricchissima di terminazioni nervose ed è per questo che un particolare irrigidimento di questa struttura arreca così forti dolori.

In chi è affetto da capsulite adesiva si possono distinguere due fasi: durante la prima (3-6mesi) il dolore è forte ed il braccio difficilmente si muove, il dolore è maggiore alla notte e qualsiasi movimento sembra impossibile.

La seconda fase di durata media sovrapponibile alla precedente (3-6 mesi) è caratterizzata da un attenuazione del dolore ma da una marcata difficoltà dei movimenti, come se la spalla ad un certo punto fosse rigida e bloccata… “il braccio arriva fin qui ed oltre proprio non vuole andare” questo è ciò che mi dicono quasi tutti i pazienti.

Cosa fare quindi? Andare da un medico senza dubbio!

Spesso vengono prescritti in prima fase farmaci anti infiammatori e volendo anche infiltrazioni, ma la riabilitazione è la chiave fondamentale per riaprire la porta del benessere.

La rieducazione da prima assolutamente passiva (il paziente deve solo aiutare l’operatore a capire fino dove spingersi con i movimenti senza percepire dolore intenso), può essere adiuvata dalla terapia fisica come laser, ultrasuono e tecar, ma i fondamentali sono sempre le mani del fisioterapista.

“Mobilizzare, mobilizzare, mobilizzare” questo quanto mi dicevano all’università e con il tempo ho “(ri)scoperto” che è vero!

La riabilitazione in acqua è davvero utile, infatti quando questa patologia si presenta in estate, fare terapia in piscina è divertente sia per il paziente che per il fisioterapista.

Si possono infatti eseguire quasi tutti i movimenti senza dolore utilizzando il principio di Archimede, il galleggiamento!

Gli esercizi iniziali sono davvero semplici essendo in realtà i normali movimenti della spalla eseguiti cautamente uno ad uno. Poi, ma solo quando è stata riacquisita la mobilità completa dell’articolazione, cioè quando il lato malato si muove quanto il controlaterale sano, allora si può pensare al rinforzo muscolare.

Un utilissimo esercizio è quello del pendolo che ho spiegato nell’articolo precedente.

Dr Paolo Scannavini

pscannavini@gmail.com

Fisioterapista e Kinesiologo

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