Lo scorso 13 febbraio il deputato del Movimento 5 Stelle, Andrea Colletti, ha presentato un’interrogazione (in appendice il testo integrale) al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, per ottenere dei chiarimenti in relazione a un documento programmatico unitario dal titolo “La medicina legale al servizio dell’Italia” sottoscritto a conclusione di un convegno dal titolo “Hic et Nunc, il presente della medicina legale è qui e ora” organizzato dalla società scientifica medico-giuridica Melchiorre Gioia. Tra i sottoscrittori del documento figura, tra gli altri, il coordinatore generale medico legale dell’Inps, Massimo Piccioni. L’interrogazione di Colletti, in particolare, è volta a chiarire se Piccioni abbia sottoscritto tale documento programmatico a titolo personale o nel suo ruolo pubblico oltre a verificare la conflittualità di interessi di alcuni autori della proposta.
Le mie riflessioni sorgono spontanee come sono state spontanee in occasione di quel convegno a cui sono stato invitato a partecipare direttamente dal collega Giovanni Cannavò, presidente della Melchiorre Gioia.
Finalmente i dubbi sollevati dal sottoscritto in quella sede (che non nascondo, hanno fatto arrabbiare un paio di relatori in particolare, mentre hanno fatto gioire non pochi medici fiduciari di compagnia) sono saliti alla “ribalta politica” che sembrava fino ad oggi dormire su un tale e grosso conflitto di interessi.
Ma si può mai pensare che gente che lavora per le compagnie di assicurazione possa fare gli interessi dei cittadini danneggiati? O si può mai pensare che dalle menti di chi è abituato a prendere le parti delle compagnie di assicurazione possa “essere partorita” una linea guida medico legale giusta e soprattutto condivisa? E poi, quale parte della medicina legale è chiamata a redigere questi importanti documenti? E’ sotto gli occhi di tutti: la medicina legale delle Assicurazioni, la medicina legale delle Aziende Ospedaliere, la medicina legale degli Istituti di Previdenza, ossia tutta quella medicina legale che alimenta la globalità del contenzioso giudiziario in Italia.
Siamo veramente alla frutta! Se questa di cui si parla è la medicina legale al servizio dell’Italia allora sorge spontaneo il detto “Povera Italia e poveri italiani”, e questo non perché i medici legali che rappresentano queste Aziende non siano capaci di fare delle linee guida (certo ognuno per il proprio settore di competenza e solo per quello) ma per il fatto che non rappresentano la parte della medicina legale italiana che davvero tutela il cittadino danneggiato, ovvero la medicina legale dei liberi professionisti, quei cultori, liberi e incondizionati, che fanno della valutazione del danno la logica espressione del libero pensiero a tutela della imparzialità, soprattutto quando operano per la magistratura.
Ho detto in quella sede congressuale e lo ripeto oggi: “sono un medico legale cattolico e credo nei miracoli” ma i miracoli provengono non solo da chi  ha il potere di farli ma anche da chi ha una storia credibile di terzietà alle spalle e certo i medici legali che servono le Aziende citate (con le eccezioni che confermano comunque la regola) non possono auto-accreditarsi questo “dono” divino e operare in solitudine decidendo di questioni tanto delicate quanto fondamentali per ogni cittadino senza il coinvolgimento del medico legale libero professionista.
Spero nella saggezza e nella scaltrezza della maggioranza politica affinché si possa bloccare e rivedere un progetto di elevata rilevanza sociale senza scatenare ulteriori malcontenti e inutili “cortei”.

Dr. Carmelo Galipò

(Presidente dell’Accademia della Medicina Legale)

 
Atto Camera – Interrogazione a risposta in commissione 5-10559
presentato da COLLETTI Andrea
testo di Lunedì 13 febbraio 2017, seduta n. 740
COLLETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
il 27 e 28 ottobre 2016 si è tenuto a Roma un congresso dal titolo «Hic et Nunc, Il presente della medicina legale è qui e ora» organizzato dalla Melchiorre Gioia, società scientifica medico-giuridica presieduta da Giovanni Cannavò e la cui vice presidenza è stata fino a qualche anno fa ricoperta dal Dottor Rossetti (attualmente componente del Comitato scientifico della società), consigliere della III sezione civile della Corte di cassazione che si occupa di assicurazioni responsabilità civile auto e responsabilità medica; al termine dei lavori del Congresso, è stato presentato ai partecipanti un documento programmatico unitario dal titolo «La medicina legale al servizio dell’Italia» avente ad oggetto la promozione di una, serie di iniziative concernenti il tema della medicina legale tra cui: la costituzione di un coordinamento tra le società scientifiche e le associazioni più rappresentative nel settore della patologia forense, della medicina legale pubblica e delle assicurazioni private con il mandato di organizzare un comitato di revisione di qualità che punti a proporre al legislatore un sistema di accreditamento delle prestazioni medico-legali da realizzare in sede pubblica e privata con messa a disposizione di strumenti operativi; la definizione di linee guida condivise sia nel settore pubblico che privato con particolare attenzione alla responsabilità civile e all’infortunistica privata; la creazione di un registro indipendente dei medici legali che operano nel settore libero professionale privato che, validato da un comitato scientifico e da un comitato etico, dia garanzia agli usufruitori che gli iscritti sono in grado di fornire livelli di prestazioni medico-legali d’elevata qualità professionale; iniziative comuni sui contenuti medico-legali della formazione del medico e dello specialista in medicina legale; oltre che da Giovanni Cannavò, il citato documento programmatico è stato sottoscritto anche da Vittorio Fineschi, direttore della scuola di specializzazione della Università Sapienza, Massimo Martelloni, presidente della società scientifica Comlas e Luisa Regimenti, presidente del Sismla, nonché da Massimo Piccioni, attualmente coordinatore generale medico legale dell’INPS;  Cannavò, oltre a presiedere la Melchiorre Gioia, è anche titolare della Medexpert, società di erogazione di servizi a supporto delle compagnie assicurative per le visite medico-legali con sede centrale a Ghezzano (Pisa) e con numerose altre sedi dislocate su tutto il territorio nazionale, che – vanta fra i suoi maggiori e più prestigiosi clienti numerose imprese di assicurazioni e altri partner (quali, solo per citarne alcuni, Intesa San Paolo Assicura, Posteassicura; Cardif BNP Paribas Group; Direct Line; Cattolica Assicurazioni, e altri) nei confronti delle quali si pone – per citare un passo della brochure di presentazione della società – come «interlocutore unico diretto e sensibile, in grado di rendere operative le soluzioni individuate alle problematiche poste» (…) nonché capace di «limitare i rimborsi delle spese mediche con l’applicazione delle Linee Guida per il giudizio di Plausibilità e Congruità delle spese per trattamenti Fisioterapici in caso di Traumi Minori redatte dall’associazione medico chirurgica Melchiorre Gioia e dalla Simfer (società italiana di medicina fisica e riabilitazione)»; a parere dell’interrogante è di tutta evidenza la posizione di parte del dottor Cannavò e delle società da lui presiedute la cui assistenza tecnica (formulazioni di consulenze e perizie medico legali) è resa nell’esclusivo interesse delle imprese di assicurazione committenti; tale ultima osservazione appare di estremo rilievo se si considera che fra i sottoscrittori del documento programmatico citato appare, come segnalato in precedenza, anche il nome del dottor Massimo Piccioni, attuale coordinatore generale medico legale dell’Inps –: se il Ministro interrogato sia a conoscenza che il dottor Piccioni abbia sottoscritto il documento programmatico/unitario dal titolo «La medicina legale al servizio dell’Italia» e, in più in particolare, se intenda chiarire se questi abbia agito in nome proprio, e dunque a titolo personale, ovvero in qualità di coordinatore generale medico legale dell’Inps, in tale secondo caso di fatto impegnando anche l’ente ai contenuti del documento medesimo.

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1 commento

  1. Condivido. Non dei pazienti che hanno subito malpractice e hanno la vita rovinata. Esiste la malpractice ed esiste l’errore ma sopratutto esiste il familismo di chi dovrebbe dare onore alla cosidetta “ARTE MEDICA” ma che di fatto protegge solo interessi e conflitti di interessi nelle più varie forme. Ho già raccontato sia su responsabile civile e in altri post il mio caso di medico danneggiato e non mi dilungo, ma ancora non ho trovato chi in tribunale prenda posizione, viste le documentazioni e i danni, e dica in modo netto e senza indugi valutando linee guida e best practice, che è stata malpractice e sopratutto che le perizie fatte dai ctu del tribunale sono non dico di parte ma almeno piene di errori medici che sono un offesa all’ETICA E ALLA MORALE DELLA MEDICINA, non dei meidci. (non si possono invertire i valori dell’arteria e vena ombelicale , sbagliare alla visita la posizione e dimensione delle lesioni senza tenere conto di esami strumentali come RMN, ecoendoanale e visite specialistiche del ssn,rifare l’anatomia del bacino della donna ,nascondere ictu oculi 20 minuti di bradicardia al ctg e molto altro…. come dire che il consenso non serve perchè medico o mettere in bocca alla paziente delel affermazioni mai dette ). Sono necessarie, a questo punto, registrazioni durante le ctu a tutela del danneggiato e riprese filmate , come anche negli ospedali, fino a che non vi sarà una nuova etica e morale. Ma questo deve cominciare dall’interno, con onesta intelletuale iniziare a prendere posizioni anche se questo ci farà bandire ….

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