Se l’avvocato non aspetta il collega avversario, si può incorrere in una sanzione. Se il ritardo è motivato bisogna chiedere il rinvio della sentenza
Cosa accade se l’avvocato non aspetta il collega avversario? La situazione è stata trattata in più occasioni dal Consiglio Nazionale Forense. Nel caso il collega presente sia stato avvertito del ritardo incolpevole del collega di controparte, chiedere al giudice di trattare la causa, viola i doveri di lealtà, correttezza e colleganza (sentenza n. 160/2015). Il caso in esame è costato un avvertimento al legale che, informato dal collega della foratura di uno pneumatico, ha atteso per soli cinque minuti il suo arrivo prima di chiedere al giudice di fissare le conclusioni.
Con la sentenza n 143/2016, il CNF ha invece sanzionato un avvocato che è contravvenuto ai doveri di “lealtà, correttezza e colleganza” perché un avvocato, pur sapendo che il collega era rimasto bloccato a causa della neve, non ha chiesto il rinvio dell’udienza. Ma se l’avvocato non aspetta il collega avversario, viene sempre sanzionato. Ovviamente la regola generale, che prevede sia richiesto il rinvio, conosce delle eccezione. Il Consiglio Nazionale Forense (sentenza n.5/1990) non ha infatti ravvisato una condotta sanzionabile all’avvocato che, dopo un’ora di attesa e senza alcun avviso del ritardo, abbia trattato la causa.
In linea di principio se l’avvocato non aspetta il collega avversario e se il ritardo è stato comunicato, si può incorrere in un provvedimento disciplinare. E’ altresì vero, come precisato nella citata sentenza 143 del 2016, che “l’obbligo di colleganza è sempre sottordinato rispetto al dovere di difesa”. Tuttavia all’avvocato spetta “la verifica di questo bilanciamento e della compatibilità tra le due predette esigenze, atteso che i doveri deontologici non possono essere trascurati al fine di adempiere istruzioni dei clienti”.
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