Le Associazioni di medici, veterinari e dirigenti sanitari tornano a chiedere un incontro al Ministro Grillo sui contenuti della Legge di Bilancio 2019

I sindacati dei medici, veterinari e dirigenti sanitari tornano a chiedere un incontro la titolare del dicastero della Salute, Giulia Grillo. Una nuova istanza che arriva dopo quella inoltrata a inizio dicembre, rimasta senza risposta. La necessità di un confronto nasce dal forte disappunto per i contenuti della legge di bilancio 2019 che accoglie in modo marginale le richieste della categoria.

“Il rinnovo di un contratto di lavoro assente da 10 anni rimane ancora in fase di stallo. Non solo per la mancanza di risorse economiche ma anche per la evidente assenza di volontà politica”. E’ quanto si legge in una lettera indirizzata al Ministro firmata dai rappresentanti di ANAAO ASSOMED, CIMO, AAROI-EMAC, FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN, FVM (FEDERAZIONE VETERINARI E MEDICI), FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR), CISL MEDICI, FESMED, ANPO ASCOTI FIALS MEDICI, COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA E SANITARIA UIL FPL

I sindacati evidenziano, in particolare, come risultino ancora disattesi gli impegni assunti in riferimento al ripristino degli effetti della dinamica contrattuale sulle risorse accessorie.

Ripristino che i professionisti del SSN giudicano indispensabile per il rinnovo del contratto di lavoro e che non richiede impegni di spesa aggiuntivi. Si tratta, infatti, di risorse già presenti nel monte salari nazionale.

In vista della conversione in legge di provvedimenti collegati alla Legge di Bilancio 2019, le Organizzazioni sindacali, che si sono viste costrette a proclamare altre due giornate di sciopero nazionale nel mese di gennaio 2019, tornano a ribadire al Ministro Grillo “la necessità di un incontro con la SV a tutela del patrimonio professionale affidatoLe”.

“Sarebbe davvero increscioso – conclude la missiva – organizzare un sit-in di protesta presso il Dicastero da Lei diretto per evidenziare, ancora una volta, il grave disagio di oltre 120.000 dirigenti del Sistema sanitario Pubblico”.

 

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