Riforma delle pensioni: introduzione della quota 41, quota 100 e opzione donna. Ecco tutte le principali novità in arrivo.

Addio alla Legge Fornero. Il Governo giallo verde annuncia – come promesso – di voler spazzare via l’odiata legge e di voler procedere a una riforma graduale delle pensioni con alcuni cambiamenti importanti.

Diversi saranno gli interventi da mettere a punto, con l’obiettivo di superare le disuguaglianze, senza alterare l’architettura dell’attuale disciplina delle pensioni. Non verranno infatti toccate:

  • le pensioni di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi
  • la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi.

L’idea è di procedere al loro adeguamento, alla luce de cambiamento dell’aspettativa di vita. Si passerebbe infatti, per la pensione di vecchiaia a a 67 anni di età, mentre per quella anticipata si sposterebbe a 43 anni e 3 mesi di contributi il requisito contributivo necessario per la richiesta.

Ancora, l’abolizione o la disapplicazione ad alcune categorie della legge Fornero compererebbero prima di tutto il mutamento dell’età per la pensione di vecchiaia. In secondo luogo, il ripristino delle vecchie quote, mantenendo le opportune differenze di requisiti necessari per la pensione tra lavoratori subordinati e autonomi e tra dipendenti pubblici e privati.

Tra le novità principali che dovrebbe seguire alla abolizione della Legge Fornero, sono quelli relativi alla quota 100, alla quota 41, all’opzione donna, alla nona salvaguardia e all’Ape.

Le novità relative alla quota 100 e alla quota 41 sono ancora poco chiare però.

In linea generale, queste misure consentono di andare in pensione qualche anno prima, rispetto a quanto previsto dalla disciplina attuale.

Tuttavia, non è escluso che inizialmente, le misure siano rivolte solo ad alcune categorie di lavoratori o che siano introdotte penalizzazioni.

La nona salvaguardia è destinata agli esodati, mentre la proroga dell’opzione donna, in cambio del ricalcolo contributivo permette alle lavoratrici di andare in pensione in largo anticipo.

Pensione a quote: cos’è?

Il calcolo della quota si ottiene sommando all’età dell’interessato gli anni di contributi versati. Nel caso in cui il risultato della somma non corrisponda a una cifra esatta, per calcolare la quota i mesi devono essere trasformati in decimi.

La quota 100 prevede la possibilità di andare in pensione se la somma tra età pensionabile e gli anni di contributi versasti restituisce il risultato di 100.

La quota 41 invece permette di andare in pensione se il lavoratore ha versato 41 anni di contributi.

Pensione anticipata quota 41

La cosiddetta “quota”41 offre la possibilità di andare in pensione dopo se il lavoratore ha provveduto a versare 41 anni di contributi. L’età del lavoratore non rileva. Si tratta quindi non di un vero e proprio sistema a quote, perché in questo caso rilevano solo gli anni di contributi versati. Quest’ultima sarà adeguata alla speranza di vita, con aumenti nella misura di 3 mesi ogni 2 anni.

Inoltre, la possibilità di andare in pensione con un certo numero di anni di contributi è attualmente prevista, anche se è limitata ai seguenti lavoratori.

  • Quelli che a 19 anni di età avevano già maturato 12 mesi di contributi;
  • Coloro i quali risultano iscritti alla previdenza obbligatoria prima del 1996;
  • Oppure, siano disoccupati e che da tre mesi non percepiscano il trattamento di disoccupazione;
  • Che come caregiver assistano da un minimo di 6 mesi un familiare convivente entro il 2°grado con un handicap grave;
  • Che siano invalidi dal 74%,
  • Oppure, abbiano svolto lavori usuranti o gravosi.

Opzione Donna e sua proroga

La proroga opzione donna è una pensione agevolata riservata alle lavoratrici. In questo modo viene data la possibilità alle donne di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro in cambio del ricalcolo contributivo della pensione.

Possono andare in pensione in anticipo le donne che:

  • come dipendenti hanno compiuto 57 anni;
  • come lavoratrici autonome hanno compiuto 58 anni e se possiedono 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015

L’obiettivo di questa misura è rendere questo trattamento strutturale, per consentire alle lavoratrici con 35 anni di contributo e con 57 anni e 7 mesi o 58 anni e 7 mesi di età di andare in pensione con un certo anticipo.

Nona salvaguardia

La nona salvaguardia prevede il ritorno delle vecchie regole pensionistiche per impedire che si producano oltre tempo gli effetti negativi della legge Fornero. Inoltre, è stata ipotizzata anche la proroga delle salvaguardie. La salvaguardia del nuovo Governo giallo-verde non dovrebbe modificare le categorie che hanno beneficiato dell’ottava.

Questi erano i lavoratori:

  • in mobilità;
  • autorizzati a versare i contributi volontari;
  • cessati dal servizio;
  • in congedo per potersi occupare dei figli disabili;
  • a termine.

 

Altra proposta in cantiere è quella che riguarda la abolizione dell’Ape social. A tale misura, possono accedere solo certe categorie di lavoratori in difficoltà (cassaintegrati, disoccupati o che svolgono mansioni gravose), e la sua abolizione è prevista a partire dal 2019.

Occorrerà tuttavia recuperare risorse, prima di riuscire a mettere in pratica tutte queste modifiche riguardanti le pensioni, ma il processo sarà graduale, come ribadito dal Governo.

 

 

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