Presentata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario contabile la Relazione sulle attività del 2016. Si amplia il divario con gli altri Paesi in termini di spesa sanitaria

Oltre la metà dei giudizi di mala gestio definiti dalla Corte dei Conti nel 2016 hanno riguardato agenti pubblici di Enti territoriali e sanitari. E’ quanto sottolineato dal Presidente della Corte, Arturo Martucci di Scarfizzi, nel presentare la ‘Relazione sull’attività della Corte nel 2016’ in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario contabile. ”Occorre riflettere – ha evidenziato Martucci – sul fatto che per gestire la cosa pubblica la rettitudine è un requisito indefettibile, ma non sufficiente, poiché deve coniugarsi con competenza e capacità professionale per dar corpo alla diligenza richiesta”.
Le fattispecie esaminate dalla Corte in sede di responsabilità amministrativa comprendono varie forma di mala gestio: “dall’utilizzo illecito di contributi, sovvenzioni o fondi di provenienza nazionale o europea alla indebita erogazione di stipendi, indennità o emolumenti; dagli incarichi esterni, consulenze o collaborazioni contra legem agli oneri economici assunti senza formalizzazione di impegno contabile, forieri del sempre più preoccupante fenomeno dei debiti fuori bilancio, non dimenticando che questi ultimi pongono pesanti ipoteche su ogni ordinata contabilità e gettano ombre sui piani di riequilibrio di situazioni di dissesto; dai danni d’immagine conseguenti a reati contro la P.A., a quelli da violazione della concorrenza, da disservizio o da tangente”.
I dati della Relazione evidenziano, rispetto al 2015, tensioni sul fronte della spesa sanitaria, che non mutano il rilievo del contributo del settore al risanamento: una flessione che tra il 2009 e il 2013 è stata di 1,6 punti all’anno in termini reali, con un ampliamento del divario con gli altri Paesi in termini di risorse destinate alla spesa sanitaria. In particolare, gli importi sono oggi inferiori della metà a quelli tedeschi e del 20 per cento a quelli francesi. Non dissimile la numerosità del personale medico, mentre si amplia il distacco in termini di posti letto, sensibilmente inferiori in Italia.
La relazione ha poi rilevato la positività del confronto in termini di utilizzo delle strutture e contenimento degli interventi inappropriati (ma con evidenti margini per un recupero ulteriore) e delle dotazioni tecnologiche. Tuttavia, la flessione della spesa pubblica nel settore ha comportato, un peggioramento in termini sia di aumento del contributo richiesto direttamente ai cittadini, sia di crescita dei casi di rinuncia alle cure per motivo di costo e di liste d’attesa.  “Nei prossimi anni – si sottolinea nel documento – il settore dovrebbe riassorbire le rilevanti differenze a livello territoriale e assicurare il contributo al risanamento. Ciò richiede una valutazione dei margini di manovra che possono derivare dal superamento di inefficienze gestionali e organizzative e un’attenta verifica della funzionalità degli strumenti finora utilizzati”.
Evidente invece il successo dei Piani di rientro. “Consistenti ‘output gap’ sanitari dimostrano, tuttavia, quanto sia urgente destinare ad un adeguamento dell’offerta le risorse ottenibili dal riassorbimento di inefficienza ed eccesso di costi ancora presenti.  Il recupero di efficienza nella spesa non riguarda solo le regioni in Piano di rientro; di qui, l’importanza di efficaci meccanismi di controllo della spesa e di un più appropriato utilizzo delle strutture e risorse pubbliche per consentire una risposta adeguata alle esigenze di un sistema che si deve confrontare con nuove opportunità di cura e esigenze crescenti di una popolazione tra le più longeve”.

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