Lorenzin: da ottobre operativo Albo unico nazionale per i Direttori generali

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via informale il decreto legislativo contenente le disposizioni correttive al decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171, in materia di dirigenza sanitaria, ovvero la parte ella riforma Madia relativa alla nomina dei manager in sanità. “Oggi si è concluso l’iter di una delle riforme più importanti tra quelle contenuta nel decreto Madia – ha affermato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – ossia la selezione della dirigenza sanitaria”-
Il provvedimento era stato bloccato dall’impugnativa della Regione Veneto, accolta dalla Corte Costituzionale. I giudici della Consulta avevano infatti dichiarato parzialmente incostituzionale la legge delega per la riforma della pubblica amministrazione (Riforma Madia, legge 124/2015) nella parte in cui aveva previsto solo il “parere”, e non l’“intesa”, con le Regioni per cinque decreti legislativi di attuazione (dirigenza sanitaria, licenziamento disciplinare, società partecipate, dirigenza pubblica, servizi pubblici).
Il correttivo presentato verrà ora inviato in Conferenza Stato Regioni, per poi concludere il suo percorso entro giugno. “Avendo già istituito la commissione per la valutazione dei direttori generali per la costituzione dell’Albo nazionale lo scorso 16 novembre 2016 – ha annunciato Lorenzin – possiamo dire che da ottobre sarà operativo l’elenco unico nazionale dei DG”. l’approvazione del decreto legislativo contenente le disposizioni correttive al decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171, in materia di dirigenza sanitaria.
“Il problema della sanità italiana e del sistema sanitario nazionale – ha affermato il Ministro – non è la mancanza di personale qualificato, perché i medici, infermieri e tecnici sono di altissimo livello. Il problema è di tipo organizzativo e gestionale, con la componente manageriale che è scelta dalle Regioni. Abbiamo cambiato il modo di selezionare i direttori generali, lasciando le competenze alle Regioni, ma riportandole a criteri di valutazione meritocratici, validi per tutti. E quindi assicurando procedure conformi a principi di merito, imparzialità e trasparenza, con un albo nazionale cui potranno attingere le amministrazioni locali”.
La Commissione ministeriale, quindi, provvederà a selezionare i candidati idonei, formando un appostio albo che sarà aggiornato ogni due anni. Da tale elenco, le Regioni sceglieranno i dirigenti delle proprie strutture sanitarie. L’articolo 4 del decreto, in particolare, stabilisce che nell’ambito della procedura regionale, la valutazione dei candidati è effettuata dalla Commissione regionale, ‘per titoli e colloquio, o per titoli o per colloquio’; la nomina della Commissione regionale è demandata al presidente della Regione, mentre le modalità e i criteri della valutazione vengono definiti dalle Regioni, tenendo conto che, in ogni caso, le Regioni ben possono dettare ulteriori ‘modalità e criteri di selezione’ al fine di individuare il candidato più idoneo a ricoprire l’incarico che si intende attribuire; viene soppressa, invece, la previsione che la rosa dei candidati proposta dalla Commissione al presidente della Regione sia ‘non inferiore a tre e superiore a cinque’.

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