In seguito alla mancata attivazione del protocollo per la meningite nei confronti di una sua paziente, un medico è stato condannato a 4 mesi

È stata la mancata attivazione del protocollo per la meningite a costare una condanna a 4 mesi a un medico in servizio al Pronto soccorso della clinica San Giuseppe di Milano.

Il medico, ritenuto responsabile della mancata attivazione del protocollo per la meningite, aveva in cura una anziana signora.

Da quanto è emerso, pare che il dottore abbia scambiato per una brutta influenza quelli che erano invece i sintomi della meningite.
La mancata tempestività delle cure ha fatto finire in coma la donna. Fortunatamente, però, l’anziana paziente è riuscita a salvarsi.
In seguito, ha però dovuto affrontare un lungo e faticoso periodo di riabilitazione.
Non solo. Tra le conseguenze della mancata attivazione del protocollo per la meningite, c’è stata la leggera sordità di cui la donna è ora affetta.

Per questo un medico all’epoca in servizio al Pronto soccorso della clinica San Giuseppe di Milano è stato condannato a 4 mesi di carcere (pena sospesa). Inoltre, dovrà versare una provvisionale per lesioni personali colpose aggravate.

Lo ha deciso il giudice monocratico della nona sezione penale del Tribunale Nicoletta Marchegiani.
Questi ha accolto la richiesta del pm Maria Letizia Mocciaro, compresa l’assoluzione di due altri medici, tra cui un neurologo, della struttura sanitaria al centro delle indagini.
La vicenda risale al 31 dicembre del 2014. Secondo l’accusa, il medico, una volta diagnosticata la meningite, non avrebbe applicato il protocollo prescritto dal ministero della Sanità in questi casi.
Il protocollo per la meningite prevede la somministrazione di antibiotici, la rachicentesi (puntura lombare), e l’immediato trasferimento del paziente in un ospedale dotato di reparto di Infettivologia.
La clinica nella quale si sono verificati i fatti non ne aveva uno.
Nel caso di specie, inoltre, il trasferimento avvenne con un ritardo di oltre 3 ore. Ciò in quanto, secondo la difesa del dottore, non si era riuscito a trovare un letto disponibile in una divisione infettivi a Milano o a Monza.
 
 
 
 
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