Il prototipo di mano bionica, frutto di una collaborazione internazionale, è stato impiantato per sei mesi restituendo alla donna la percezione del contatto con gli oggetti
E’ una donna residente in Veneto la prima italiana alla quale è stata impiantata una mano bionica che percepisce il contatto con gli oggetti. La paziente aveva perso la mano circa 25 anni fa, ma la protesi le ha quasi restituito il senso del tatto.
“E’ quasi come se fosse tornata di nuovo” ha dichiarato la donna all’emittente britannica BBC. “La sensazione è spontanea – ha raccontato – come se fosse la tua vera mano. Sei finalmente in grado di fare cose che prima erano difficili, come vestirti, indossare scarpe, tutte cose banali ma importanti. Ti senti completo”.
Lo strumento è stato realizzato grazie a una collaborazione tra ingegneri, neuroscienziati, chirurghi ed esperti di elettronica e robotica provenienti da Italia, Svizzera e Germania. Il primo ‘esemplare’ era stato prodotto nel 2014, ma l’attrezzatura sensoriale e informatica cui era collegato l’arto era troppo grande per poter lasciare il laboratorio.
Ora la tecnologia è abbastanza piccola da stare in uno zaino, che il paziente porta sulle spalle. Questo racchiude il sistema che registra i movimenti dei muscoli e li traduce in segnali elettrici, poi trasformati in comandi per la mano. Un altro sistema trasforma poi l’informazione registrata dai sensori della mano in segnali da inviare ai nervi e quindi in informazioni sensoriali.
La nostra connazionale è stata la prima ad indossare l’impianto per sei mesi, anche al di fuori del laboratorio. Il prototipo successivamente è stato rimosso.
La speranza – spiegano dalla Struttura complessa di Neurologia del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, che ha seguito la paziente – è quella di arrivare a ulteriori miniaturizzazioni. A quel punto servirebbero delle aziende per la produzione e per l’assistenza tecnica, sia dal punto di vista meccanico che del software.
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