L’Associazione Nazionale dei Medici Fiscali (Anmefi) esprime ‘sgomento e incredulità’ per essere stata esclusa dall’INPS dalla trattativa.

In una nota, l’Associazione Nazionale dei Medici Fiscali (Anmefi) esprime “sgomento e incredulità” per l’esclusione da parte dell’INPS dalla trattativa per discutere sulla convenzione per i medici fiscali.
L’Anmefi, sottolinea la nota, è “l’organizzazione sindacale più rappresentativa” dei medici fiscali, “avendo da sola un quarto di tutti i professionisti addetti al controllo delle visite domiciliari”.

Discussione dell’accordo di convenzione

L’Inps, continua la nota, “ha fissato e tenuto il 6 dicembre u.s. un incontro per discutere dell’accordo di convenzione di cui all’art. 55 septies, comma 2bis, del dlgs n. 165/2001 e dell’Atto di indirizzo pubblicato lo scorso 30 settembre.
Tra i convocati le sigle maggiormente rappresentative della medicina generale, in pratica le stesse che rappresentano i certificatori, il cui operato dovrebbe essere valutato dai medici di controllo, che da oltre quattro anni hanno atteso questo momento, per concordare con INPS circa il loro trattamento e futuro.
Non è dunque bastato che i circa 300 iscritti, tutti medici “fiscali”, si siano organizzati in una struttura regolarmente registrata e che abbiano presentato una bozza contrattuale completa e tutelante, come loro richiesto dallo stesso Istituto.
Al momento del “dunque” una rocambolesca variazione del titolo dell’atto di indirizzo enuncia che la rappresentatività per la discussione dello stesso spetti ai medici di medicina generale, contrastando con l’enunciato pubblicato sulla G. U., che esplicita come spetti invece alle organizzazioni più rappresentative della categoria e non ad altri.
Inutile dire come la mancata convocazione e deliberata esclusione configuri una ingiustificata violazione di legge. Assurdo anche il generico  richiamo dell’INPS e del Ministero del Lavoro alla SISAC, visto che tale Organo è del tutto estraneo al rapporto di lavoro libero professionale oggetto di discussione della stipulanda convenzione.
La Struttura difatti registra il numero di deleghe dei medici convenzionati, ma non può farlo per la tipologia del rapporto di lavoro dei medici fiscali, liberi professionisti che non hanno busta paga, dalle quale desumere e poi certificare le trattenute sindacali che sono indice di rappresentatività (ai sensi dell’art. 178 della legge n. 311/2004).

Le organizzazioni sindacali presenti non avevano delega dei medici fiscali

A supporto delle tesi sostenute da ANMEFI il fatto che nessuna delle Organizzazioni sindacali possedesse una sola delega da parte dei medici addetti alle visite fiscali.
Da anni l’Associazione sostiene che l’unico elemento utile a definire la rappresentatività di una Organizzazione Sindacale è costituito dal numero dei medici “fiscali” iscritti alla medesima, a meno di indicazioni differenti che l’atto di indirizzo comunque non ha previsto né specificato.
Una querelle che non si sa come andrà a finire, ma che non fa demordere l’organizzazione, che sta mettendo in campo ogni legittima iniziativa, pur di avere il ruolo che le compete.
Intanto la stessa ha informato gli interessati sul perché della sua protesta, dimostrando come tutto ciò che è stato messo in atto dall’Istituto è lesivo per i suoi iscritti, chiedendo con forza di voler sedere al tavolo delle trattative da cui è stata incredibilmente esclusa.
 
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2 Commenti

  1. Questa è solo l’ultima di una serie di direttive, che, eufemisticamente, possono essere definite “molto discutibili”, emanate da alcuni dirigenti dell’INPS, a discapito dei medici fiscali.
    Il risultato di tali direttive è stato un serio danno a tutto il Servizio di Medicina Fiscale come è confermato anche dagli ultimi dati ufficiali sulle assenze dal lavoro per malattia pubblicati dallo stesso Istituto e riportati nel link sottostante.
    http://www.medicifiscali.it/in-aumento-i-certificati-di-malattia-nel-privato-44-stabili-nella-pa/
    Nell’anno 2016 si è verificato anche un incremento dei giorni di lavoro persi per malattia rispetto all’anno 2015, sia nel settore pubblico che in quello privato.
    Nel settore privato si è verificato un incremento di circa 3 milioni di giorni di lavoro persi per malattia mentre nel settore pubblico, nonostante la lievissima riduzione del numero dei certificati di malattia, si è verificato un incremento di circa 500 mila giorni di lavoro persi per malattia rispetto all’anno precedente.
    Il danno erariale arrecato alle casse dell’INPS si aggira intorno ai 120 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente.
    E’ appena il caso di rammentare che ciò si è verificato dopo la decisione da parte di alcuni dirigenti dell’INPS di ridurre drasticamente i fondi destinati al Servizio di Medicina Fiscale, giustificata con l’introduzione del programma informatico di “data mining”, la cui funzione dovrebbe essere quella di selezionare i certificati di malattia maggiormente suscettibili di riduzione di giorni di malattia a seguito di visita fiscale.
    I risultati non sembrano confermare l’utilità di tale programma informatico né sembrano giustificare le ingenti spese sostenute per realizzarlo e neppure i drastici tagli apportati ai fondi destinati al Servizio di Medicina Fiscale.
    Quanti altri danni devono provocare tali dirigenti prima di essere messi in condizione di non nuocere?

  2. la storia la racconto io per conto di mio marito.Sono la moglie del dott, Mazzeo medico fiscale inps fino al 19 Aprile sulla carta fino al 25 praticamente perché ha coperto come utilizzato le assenze sicuramente di qualche collega che, piu’ bravo e solerte cerca di guadagnare il massimo alle spalle di un altro per declassarlo o dire che all’Istituto non serve piu'” in quanto ogni medico si avvale di un tot di visite pur di fare piu’ soldi.” Chiamalo scemo. La Triste storia di mio marito ha inizio con un furto dichiarato, del suo tablet di lavoro denunziando la perdita. IN tutti gli uffici che hanno dato a corredo un tablet da lavoro come PT. o altro il dipendente non ha perso il lavoro, il Dott. Mazzeo, dopo 32 anni di onesto lavoro..tra piccole problematiche con le macchine che dopo un certo nm di km .non reggevano più a rischio della vita si dovevano o rimettere a nuovo o acquistare per affrontare le varie perturbazioni metereologiche e i dirupi non asfaltati. Era giovane. ma gli anni passano e non possiamo negare la realta’ che a 30 anni si e’ in u n modo e a 67 vicino alla pensione non ancora maturata si e’in un ‘altra condizione. Ebbene mio marito all’ eta’ di 67 anni e’ stato per i nuovi dirigenti indisciplinato ,1) perché non ha avuto cura di questo prezioso tablet e 2) PERCHE’ SICURAMENTE NON VOLEVA UTILIZZARE IL TABLET E VOLEVA FARE LE VISITE CON IL CARTACEO, COSA CHE LInps di Reggio Calabria gli ha negato per circa sei mesi, lasciandolo in balia del. .NULLA insieme a moglie e figlia da mantenere. Ma non E’ finita qui… Alla scadenza dei 6 mese quindi da febbraio dopo l’arrivo di un nuovo tablet mio marito torna a lavorare fino al 19 Aprile a ridosso delle festivita’ pasquali in cui gli viene contestata una non firma in un documento del 21 febbraio dove avrebbe avuto solo 15 giorni di tempo per rispondere alla notifica e pertanto sempre per indisciplina gli viene tolti l’incarico dal Dirigente sanitario e non di Reggio Calabria il tutto stabilito da una commissione interna che ha avallato tale risultato.
    AD oggi non siamo riusciti a capire come mio marito risulta nella graduatoria visto che tra l’altro era tra i primi ed in attesa di quache minimo diritto dopo una vita di onoratop lavoro dove ‘ pure una volta e’ stato malmenato durante l’attività riportando anche una ferita al setto nasale. Ora io racconto questo perché mi sembra un assurdo punire cosi’ una persona che ha presentato qualche defaiance non voluta ma provocata da uno stato di cose che ha minato anche la famiglia. D’altronde dopo una obbligata ferma di 6 mesi e proprio nel primo momento di ripresa ovvero nel mese di febbraio lo hanno tallonato pronti per tradirlo ancora definitivamente.Il mese di febbraio min cui mio marito ha dovuto riprendere obbligatoriamente il lavoro scegliendo per quel breve periodo la fascia antimeridiana son successe delle tristi vicessitudini:la sorella di mio marito che vive a roma scopre di avere un carcinoma e si appoggia al fratello medico qui a Reggio Calabria dove e’ stata operata. il18 del mese di febbraio io cado e mi spezzo un braccio quindi prontosoccorso diagnosi ingessaturta mio marito tra il rientro che non voleva rinviare cercava di estrapolare un poì di tempo per i suoi familiari e dopo tuuto questo stress si ammala con una b rutta bronchite e gli viene detto che non era bnecessario portare il certificato come sempre e lui si e’ giustficato solo poco prima della guarigione . Insomma una tragedi si puo’ dire che nessun umano ha voluto ascoltare ed ora eccoci in una situazione che purtroppo fa solo esasperare. Mio marito ha ancora fiducia in questo Ente io no anche perché nessun collega si e’ sentito di aiutarlo od intermediare perché questo nuovo programma di visite a piu’ non posso ha messo
    “homo homini lupus.” Questa e’ la deontologia medica di cui tanto si parla ma dalla teoria alla pratica…
    Tra l’altro questa attivita’ inps che e’ nata e si e’ formata 32 anni fa non e’ mai stata capita e digerita da alcuno e, nessuno ha idea per come intervenire, ma per applicare le punizioni tutto e’ chiaro. e giusto .Volevo tanto essere aiutata perché mio marito non e’ indagato per misfatti o per cattiva operativita’ nei confronti degli assistiti ma ha disturbato l’iter della pubblica amministrazione per mettere in difficolta’ la burocrazia. Volevo tanto che il presidente fosse a conoscenza e che in qualche modo il medico nm.1399 potesse ancora aspirare in modo onorato alla pensione. Mi scuso se ho scritto un po maldestramente ma il mio cuore e’ ferito.Non credo sia bello distruggere una famiglia senza accettare un dialogo aperto nella piu’ vera spontaneita’ .
    A proposito sono un’insegnante ed attraverso il bonus di Renzi non ci mancano ne i tablet né i computer per cui mio marito non aveva nessun interesse a rubarlo. Le nostre sono state sempre famiglie irreprensibil ed in tal modo hanno cresciuto noi figli ma non per un mondo di ….

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