Il Sindacato si appella ai Ministri Minniti e Lorenzin invocando una nuova legge a tutela dei camici bianchi nei Pronto soccorso, nelle corsie di ospedale e nei punti di guardia medica

Ennesimo episodio di violenza nei confronti di un operatore sanitario sul posto di lavoro. E’ accaduto a Napoli, presso l’Asl Napoli 1. Vittima un medico ospedaliero, sindacalista e vice segretario della sezione campana del Sindacato dei medici italiani (Smi), che avrebbe riportato una frattura delle ossa nasali.
Ed è proprio lo Smi a denunciare l’episodio, ricordando come quello partenopeo sia solamente l’ultimo di una serie di casi analoghi, verificatisi in pochi mesi nei Pronto soccorso, nelle corsie degli ospedali e nei punti di guardia medica, in particolare in Campania, Puglia e Sicilia.
Il segretario generale dell’Associazione, Pina Onotri, ha quindi lanciato un appello al ministro degli Interni, Marco Minniti, e al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “Ora basta. È urgente un vertice nazionale per la ‘messa in sicurezza’ del Ssn, ma è anche necessaria una nuova legge per tutelare i medici: devono essere equiparati ai pubblici ufficiali”.
Lo Smi chiede, inoltre, un piano immediato di investimenti per modernizzare le strutture affinché rispondano a standard adeguati di sicurezza e anche di accoglienza per i cittadini. “Gli ambulatori sul territorio, le guardie Mediche, gli ospedali e i Pronto Soccorso – sottolinea Onotri – sono il biglietto da visita della presenza dello Stato e della tutela costituzionale alla salute, ogni singola aggressione a un medico mette in discussione l’essenza stessa di questo diritto, trasformando la nostra sanità pubblica in un campo di battaglia”.
“Dove è lo Stato quando noi lavoriamo?”, si chiede il segretario generale del Sindacato evidenziando come in questa situazione i medici siano “ostaggio dei criminali”. “Attendiamo ora dal Governo Gentiloni, dai ministri Minniti e Lorenzin, gesti concreti. Lo Smi – conclude Onotri – solidale con tutti i medici vittime di questa violenza, porterà a Napoli al collega, e compagno di mille battaglie, la propria vicinanza”.

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