Lieto fine per il medico beneventano assolto dall’accusa di omicidio colposo al processo per la morte di una paziente

“Il fatto non sussiste”. È questo il verdetto dei giudici sul medico beneventano assolto dall’accusa di omicidio colposo per la morte di una paziente nel novembre 2011. Ma ecco i fatti nel dettaglio.
La sentenza è stata pronunciata al termine del processo a carico del dottore Michele Cardinale (61 anni) di Benevento, chiamato appunto in causa dalle indagini sulla morte di un’anziana di Castelvenere (BN) avvenuta il 3 novembre del 2011 all’Ospedale di Sant’Agata dei Goti, dove il medico prestava servizio. Il reato che gli era stato contestato dai giudici era ravvisabile – secondo la Procura – in una presunta imperizia nella gestione della paziente, e gli era costato l’accusa di omicidio colposo.
Il pm Marilia Capitanio aveva proposto la condanna a un anno e 6 mesi di reclusione, ma il giudice Simonetta Rotili, in linea con la richiesta dell’avvocato Vincenzo Regardi, difensore dell’imputato, ha deciso che, per il medico beneventano assolto, il fatto non sussiste.
Il dottor Cardinale era in servizio come medico di guardia di turno quando la donna era giunta in ospedale. La diagnosi, però era stata corretta: il medico, infatti, le aveva correttamente evidenziato un edema polmonare insieme a una condizione di scompenso cardiaco sinistro ma, come sostenuto dagli inquirenti, non aveva messo in atto tutti i protocolli terapeutici previsti in questi casi. Il medico beneventano assolto le aveva fatto effettuare una radiografia toracica e una consulenza internistica, oltre a somministrarle immediatamente alcuni farmaci.
Eppure, secondo l’accusa, non aveva disposto un monitoraggio continuo dei parametri vitali, né aveva coinvolto un rianimatore e un cardiologo per predisporre una terapia mirata ad aumentare l’ossigenazione e a ridurre la congestione polmonare. Delle azioni che, non venendo messe in atto, avrebbero – a detta dell’accusa – causato il decesso dell’anziana paziente.
Paziente la cui salma, nel momento in cui era stata avviata l’inchiesta, non era stata nemmeno sottoposta ad autopsia. Nonostante tali evidenze e il quadro presentato, di tali accuse non è stato possibile trovare riscontro nel corso del processo. Il procedimento si è quindi concluso con la completa assoluzione del medico, perché appunto “il fatto non sussiste”.
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