L’ortopedico indagato per corruzione invitava i pazienti ad acquistare siringhe di acido ialuronico non in farmacia, ma presso una ditta privata. In cambio, per questa sua attività, riceveva denaro e viaggi.

Invitava i propri pazienti ad acquistare siringhe di acido ialuronico per delle infiltrazioni non in farmacia, bensì presso una ditta privata. E lo faceva affermando che il costo sarebbe stato inferiore: così un medico indagato per corruzione dai Nas di Perugia operava da diverso tempo.

A far scattare le indagini nei confronti dell’ortopedico e di altre 15 persone è stata la mail di un paziente. L’uomo, insospettito da comportamento dell’ortopedico, ha infatti inviato una mail ai Nas.

Il paziente, infatti, nel corso di una visita medica dall’ortopedico – in servizio all’Azienda ospedaliera di Perugia, in convenzione con la Usl 1 – aveva detto all’uomo “che l’acido ialuronico aveva un prezzo elevato e mi proponeva l’acquisto direttamente alla ditta privata”.

Dunque i pazienti, anziché rivolgersi in farmacia erano “invitati” a contattare direttamente un agente di commercio per acquistare le siringhe pre-riempite di acido ialuronico.

Tutto avveniva tramite dei post-it con le indicazioni della persone da contattare.

Questo ha fatto sì che i militari avviassero una maxi-indagine che ha svelato il modus operandi del medico indagato per corruzione.

I 15 indagati, come il medico, ottenevano viaggi in cambio dell’acquisto ‘in fabbrica’ dei presidi medici, invece che in farmacia.

Nell’indagine sono stati coinvolti anche agenti di commercio, informatori farmaceutici e rappresentanti dell’azienda del pistoiese che commercializzava i prodotti.

I Nas, coordinati dalla procura di Spoleto, hanno poi scoperto come funzionava il sistema messo in atto dagli indagati.

Come riportato negli atti, al medico è stata contestata una serie di ipotesi di reato, tutte riportate nel decreto di perquisizione e sequestro emesso direttamente dal procuratore Alessandro Cannevale.

Il medico indagato per corruzione svolgeva visite private in ambulatori di Marsciano e Todi.

In cambio della sua attività illecita, il sanitario riceveva denaro e viaggi. Tra le ipotesi di reato viene contestata al medico anche la truffa aggravata.

L’ortopedico infatti avrebbe visitato i pazienti direttamente nel suo studio medico, eludendo il sistema di prenotazione al Cup.

In questo modo avrebbe danneggiato l’erario al quale non veniva pagato il ticket per la visita ortopedica e l’infiltrazione di acido ialuronico, appunto.

Quanto agli agenti di commercio, dovranno rispondere anche di evasione fiscale per aver venduto il farmaco Promovia a 160 euro a confezione, non rilasciando ricevuta ed evadendo le tasse.

 

 

 

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