Uno studio pubblicato da PLoS One sulla terapia ormonale precoce per la menopausa sostiene che non vi siano rischi per le strutture cardiache, normalmente modificate dall’invecchiamento.

Sul rapporto tra menopausa e terapia ormonale precoce arriva un interessante studio pubblicato da PLoS One che rassicura le donne sulla possibilità di rischi per il cuore.

Secondo il team di ricerca guidato da Mihir Sanghvi, della Queen Mary University di Londra, le donne in post-menopausa che assumono una terapia sostitutiva ormonale e che non hanno malattie cardiache, non presentano alterazioni subcliniche della struttura cardiovascolare associate all’invecchiamento.

Lo studio si è basato sull’utilizzo della risonanza magnetica cardiovascolare (CMR).

Nell’approfondire il rapporto tra menopausa e terapia ormonale precoce – e relativi problemi cardiaci – i ricercatori hanno analizzato le immagini CMR di 1.604 donne.

Queste ultime avevano tutte preso parte allo studio Biobank, nel Regno Unito.

Tale studio ha raccolto dati relativi a oltre mezzo milione di persone di età compresa tra 40 e 69 anni, nel 2006-2010.

Ebbene, nel gruppo considerato da Sanghvi e colleghi c’erano 513 donne in post-menopausa, in terapia con trattamenti ormonali da almeno tre mesi.

L’età media delle donne all’inizio della terapia ormonale era di 47,6 anni.

La durata media del trattamento era di 8 anni. Inoltre, al momento di sottoporsi all’esame di imaging, il 15,2% era ancora in terapia con sostitutivi ormonali.

Dallo studio inglese è emerso che il volume del ventricolo sinistro era significativamente inferiore tra le donne in terapia ormonale. Nello specifico, 119,8 ml contro 122,8 ml.

Quanto ai volumi massimi dell’atrio destro erano rispettivamente di 57,5 ml e 60,2 ml.

Secondo gli studiosi, la riduzione dei volumi delle camere è associata a migliori risultati in altri aspetti della medicina cardiovascolare.

“I maggiori volumi della camera o l’aumento della massa ventricolare  – hanno illustrato gli esperti – sarebbero associati a esiti avversi ed è rassicurante che questo non sia stato evidenziato tra le donne che usavano terapia ormonale”.

 

 

 

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