Un intervento di chirurgia ultraspecialistica multidisciplinare restituisce la speranza a una paziente già operata due volte per metastasi al fegato

Un intervento riuscito e non ancora descritto in letteratura ha restituito speranza di vita a una paziente già operata due volte per metastasi al fegato. La donna non avrebbe avuto grandi possibilità di sopravvivenza. La metastasi, infatti, aveva coinvolto un asse vascolare strategico, ossia la confluenza atrio-epatocavale arrivando fino al cuore.
Occorreva dunque un intervento chirurgico,  ma le sue condizioni generali e anagrafiche non consentivano l’impiego della circolazione extracorporea, di solito usata negli interventi di cardiochirurgi. I medici dell’Azienda ospedaliera di Pisa hanno quindi optato per  una procedura innovativa, che ha unito la tecnica di chirurgia epatica del risparmio d’organo alla cardiochirurgia senza circolazione extracorporea.
Dopo un accurato briefing-preoperatorio che ha coinvolto moltissime figure professionali è stato pianificato accuratamente l’intervento, ricorrendo anche alla ricostruzione in 3D del fegato della paziente. In 14 ore di sala operatoria è stato sostituito l’asse vascolare sede della metastasi asportando una minima quantità di fegato. Il tutto intervenendo sul cuore senza circolazione extra-corporea, come in un intervento tradizionale di chirurgia epatica del risparmio d’organo, dal punto di vista emodinamico, nonostante la de-connessione completa del deflusso epatico dalla paziente.

La maratona chirurgica, che coinvolto  più di 20 professionisti, è stata portata a termine con  successo.

Per l’AOU Pisana si tratta di una “scelta terapeutica che può fare da apripista in casi come questo”. Infatti, la resezione chirurgica con risparmio d’organo rappresenta “una chance concreta per aumentare le probabilità di sopravvivenza dei pazienti affetti da metastasi epatiche da neoplasia del colon retto”.
La paziente, con perdite ematiche ridottissime e una degenza di poco più di 2 settimane, è tornata a casa con un fegato originario pressoché integro. La sua aspettativa di sopravvivenza è pressoché  triplicata rispetto a quella precedente l’operazione.
“Un esempio virtuoso di sinergia, multidisciplinarietà e flessibilità nell’allestimento di una task-force poderosa per le ore di sala operatoria e le risorse umane impiegate, – commenta la struttura sanitaria – possibile anche grazie al modello organizzativo impostato sul briefing preoperatorio e il de-briefing post-operatorio per eliminare le eventuali criticità, oggi ormai in uso in tutte le organizzazioni complesse”.
 
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