Lega e M5s depositano la proposta di legge della mini flat tax. Dovrebbe interessare solo alcune partite iva per un costo complessivo di 3,5 miliardi

È stata già ribattezzata mini flat tax quella inclusa nella proposta di legge depositata da Lega e M5s. Già depositata alla Camera, ha come primo firmatario il capogruppo della Lega Riccardo Molinari, ma è diventata una proposta di maggioranza all’inizio di agosto, quando ha aggiunto la sua firma il capogruppo del M5s Francesco D’Uva, rinnovando la coppia di proponenti della proposta sulle pensioni d’oro.

La mini flat tax deve il suo nome al fatto che dovrebbe interessare solo alcune partite Iva. Infatti, il taglio reale sarà davvero molto circoscritto: l’aliquota unica al 15% per le partite Iva e le piccole imprese fino a 100 mila euro di ricavi o compensi l’anno.

La novità della mini flat tax è un’aliquota al 5% per le start up e per le persone che abbiano meno di 35 o più di 55 anni.

Secondo la proposta di legge, questa costerà 3,5 miliardi e, secondo le stime della Lega, coinvolgerà “un numero di professionisti tra i 500.000 e i 550.000”.

Chi vorrà usufruirne non dovrà aver sostenuto spese per più di 15mila euro lordi (erano 5000) o avere beni strumentali dal costo superiore a 40mila euro (erano 20mila).

Alle start up sarà applicata per quattro anni l’aliquota del 5%.

Questa varrà anche per persone fisiche al di sotto dei 35 o al di sopra dei 55 anni per cinque periodi d’imposta successivi.

L’idea della mini flat tax, secondo Molinare, è “il primo passo verso la ‘flat tax’, ma farà anche emergere il nero perché oltre a mettere più soldi in tasca, abbatte la burocrazia”.

O almeno, queste sono le intenzioni del Governo gialloverde.

Il riferimento è alla norma per cui chi beneficerà del regime forfettario sarà esentato dallo spesometro e dalla fatturazione elettronica, non si vedrà applicata Iva e non sarà assoggettato a studi di settore o indici sintetici di affidabilità.

Quanto alle coperture finanziarie, secondo i firmatari sarà assicurata dalla “riduzione dello 1% di tutte le dotazioni finanziarie di parte corrente del bilancio dello Stato, fatta eccezione per le spese per oneri inderogabili, ad eccezione delle spese relative alle missioni: diritti sociali, politiche sociali e famiglia; politiche per il lavoro, Tutela della salute, difesa e sicurezza”.

In sostanza, la proposta è quella di inserire la mini flat tax nella manovra, ma resta da chiarire come andrà la trattiva col Mef.

 

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