Ci sono due medici rinviati a giudizio nel caso di una donna, deceduta per un cancro alla colecisti di cui ignorava l’esistenza: non le vennero mai comunicati gli esiti dell’esame istologico.

Morire per una “svista”, una dimenticanza: è quello che è accaduto a A.D., la donna morta di cancro nel 2015 poiché nessuno le comunicò gli esiti di un esame istologico che evidenziava un tumore alla colecisti.

Per questa vicenda, ora, due medici dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, sono stati rinviati a giudizio. La loro udienza è stata fissata tra un anno, il 29 maggio del 2019.

I due sanitari dovranno affrontare un processo per non aver comunicato alla donna morta di cancro che era affetta da un tumore maligno.

La signora si era sottoposta a un intervento per i calcoli e le era stata tolta la cistifellea. L’esito dell’esame istologico aveva indicato la presenza di un tumore. Ma nessuno glielo comunicò.

Tuttavia, il rinvio a giudizio dei due sanitari è giunto dopo una lunga battaglia giudiziaria portata avanti dai familiari della paziente.

La donna, 60 anni, morì poi per le metastasi al fegato derivate dal cancro alla colecisti di cui ignorava l’esistenza.

La paziente si era sentita dire, al momento delle dimissioni, nel 2010: “Se c’è qualche problema la contatteremo, altrimenti potrà stare tranquilla”.

Ma non ricevette mai notizie nonostante fosse stato evidenziato un tumore maligno. Il suo referto, infatti, parlava di “adenocarcinoma infiltrante della colecisti”.

A seguito della querela sporta dai familiari della paziente, assistiti dall’avvocato Carlo Mussa, il procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo aveva indagato i due medici.

Un primo sanitario, perché aveva dimesso la donna senza informarla del risultato dell’esame istologico. Il secondo medico, poiché non avrebbe stabilito regole sulla comunicazione dei referti in sua assenza.

La procura aveva chiesto l’archiviazione. La difesa del primo medico ha sostenuto che, nonostante sul foglio di dimissioni fosse indicato il suo nome, non era stato lui a dimettere la donna.

Nello specifico, la difesa aveva dimostrato che non sono gli ospedali ad avvisare dell’esito di un istologico e sul punto non ci sono linee guida del ministero della Salute.

Tuttavia, l’avvocato di parte civile ha fatto opposizione e in seguito il fascicolo è stato avocato dal sostituto procuratore generale Giorgio Vitari.

Adesso, dunque, i due medici sono rinviati a giudizio per omicidio colposo.

 

 

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