Sette sanitari dell’ospedale Careggi di Firenze sono indagati nell’ambito dell’inchiesta sul decesso di una trentenne, morta dopo una colecistectomia. Alla donna, obesa e in stato interessante, non sarebbe stata somministrata la terapia antitrombotica, come previsto dalle linee guida

Era morta dopo una colecistectomia laparoscopica all’ospedale Careggi di Firenze, nel febbraio del 2018. In seguito all’operazione le condizioni della donna, trentenne con problemi di obesità e alla 27esima settimana di gravidanza, erano improvvisamente precipitate, sino al decesso. Venne anche tentato un parto cesareo d’urgenza per salvare il feto che aveva in grembo, ma senza successo.
A uccidere la paziente sarebbe stato un arresto cardiaco causato da un’embolia polmonare massiva che ha avuto origine da una trombosi dell’arteria basilica di destra. Questo il responso dell’esame autoptico disposto nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Firenze.
La vicenda ha visto l’iscrizione nel registro degli indagati dei sette sanitari “che hanno programmato, svolto attività di consulenza ed eseguito l’intervento chirurgico”. Si tratta, nello specifico, di tre ginecologi, due consulenti anestesisti, un gastroenterologo, e un chirurgo, avvicendatisi nella gestione della paziente.
Le indagini condotte dalla magistratura, secondo quanto riporta La Nazione, avrebbero appurato che, che alla paziente non era stata somministrata la terapia antitrombotica.

In base alle linee guida  per la profilassi per un tipo di paziente obeso, la donna, dodici ore prima dell’intervento, avrebbe dovuto assumere la prima dose di eparina a basso peso molecolare.

La trentenne, come ricostruisce il quotidiano toscano,  era anche in stato interessante ed aveva accusato, poco tempo prima del suo ingresso in ospedale, una pancreatite acuta. Inoltre, due giorni prima della morte sarebbe stato riscontrato un gonfiore al braccio destro dove era stato inserito, nella vena basilica, un catetere venoso.
Il Giudice ha disposto l’incidente probatorio. I consulenti chiamati a comparire hanno chiesto una proroga per il deposito delle loro conclusioni. Gli esperti, in particolare, dovranno chiarire se la mancata prescrizione della terapia antitrombotica da parte dei sanitari “abbia avuto una incidenza causale nel decesso della paziente”.
 
Credi di essere vittima di un caso di errore medico? Scrivi per una consulenza gratuita a medicolegale12@gmail.com o invia un sms, anche vocale, al numero WhatsApp 3927945623
 
Leggi anche:
RITARDO NELLO SVOLGIMENTO DEL PARTO CESAREO, FAMIGLIA RISARCITA

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui