Condannato a due anni di reclusione per omicidio colposo il medico della donna morta dopo una iniezione che aveva causato uno shock anafilattico

Era morta dopo una iniezione di antibiotico Gianna Mossali, 68 anni di Treviglio (Bg), alle 4 di mattina del giorno di Natale del 2015. La causa del decesso, come rivelato dall’esame autoptico, sarebbe stata uno shock anafilattico indotto dall’iniezione di una fiala di “Rocefin”, farmaco che le venne prescritto dal proprio medico, Gian Luigi Blini, che per la morte della Mossali è stato condannato a due anni di reclusione, senza la sospensione condizionale della pena e senza la concessioni delle attenuanti generiche.
La donna morta dopo una iniezione viveva al Cerreto insieme al marito Bruno Facchetti, e tre giorni prima di Natale si era rivolta al suo medico, Gian Luigi Blini, per farsi prescrivere un antibiotico e curare una forte bronchite.
Blini, essendo a conoscenza dell’allergia della donna alla penicillina, aveva deciso di prescrivere un altro farmaco, il Rocefin appunto. Ma non ha tenuto conto delle possibili conseguenze.
Arrivata a casa, il 22 dicembre verso le 18 la donna aveva chiesto aiuto a una vicina di casa per farsi l’iniezione. La reazione allergica, però, era stata immediata.
Secondo le testimonianze, la Mossali non riusciva più a respirare, tanto che neppure l’intervento tempestivo del 118 era bastato a fermare lo shock anafilattico.
Ricoverata in Rianimazione, la donna era poi deceduta tre giorni dopo, il 25 dicembre. Sulla vicenda la Procura di Bergamo aveva subito aperto un’indagine, cercando di appurare se la prescrizione di Rocefin si sarebbe potuta evitare, conoscendo il dott. Blini l’allergia alla penicillina della donna morta dopo una iniezione.
Possibile, si sono domandati gli inquirenti, che non vi fosse il sospetto che la donna fosse allergica anche al ceftriaxone, principio attivo del Rocefin?
L’imputato, negli scorsi mesi, aveva chiesto di patteggiare una pena di un anno, ma il Gup ha ritenuto invece di andare a processo, in quanto il medico avrebbe dovuto approfondire quella sospetta allergia. Ecco quindi il verdetto dell’udienza preliminare: due anni di reclusione per omicidio colposo.
“Ora non so proprio cosa dire: peccato, era un buon medico, mai avuto problemi prima – ha dichiarato il marito della donna, Bruno – invece, ho visto mia moglie morirmi davanti”. L’uomo, peraltro, ha ricordato di essersi già recato in passato al Pronto Soccorso con la moglie, per via di un’altra reazione allergica alla penicillina. “Eravamo stati in Pronto soccorso già una volta e le avevano fatto la penicillina. Era stata male, ma l’avevano salvata. Lì aveva scoperto l’allergia. Proprio per questo il medico le aveva poi prescritto un antibiotico diverso, ma avrebbe dovuto sospettare che sarebbe stata allergica anche a quello. La sentenza? Il dolore è tanto. Non ho assistito all’udienza: è già difficile così, ogni giorno, senza di lei”.
Il medico non ha rilasciato alcuna dichiarazione, ma adesso potrebbe ricorrere in appello.
 
LEGGI ANCHE:
ANESTESISTA CONDANNATA PER OMICIDIO COLPOSO, IGNORATE LINEE GUIDA
RESPONSABILITÀ MEDICA E OMESSI CONTROLLI, ASL CONDANNATA A RISARCIRE
 

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui