Per il decesso di una insegnante di 34 anni, incinta di 26 settimane, sono a processo due medici. Adesso anche la Ausl è stata chiamata in causa.

Viene chiamata in causa anche la Ausl nel procedimento per il decesso di Manuela Manco, la maestra 34enne – incinta di 26 settimane – morta per influenza l’8 febbraio 2015, all’ospedale Bufalini di Cesena.

Un presunto caso di malasanità per il quale sono a processo già due sanitari, indagati per omicidio per colpa medica.

Ma ecco che cosa era avvenuto quel giorno di febbraio del 2015.

La giovane donna era incinta di 26 settimane. Al Bufalini era stata ricoverata da una settimana per le complicazioni di un’influenza, sfociata poi in una polmonite. La 34enne fu poi fatta partorire con un taglio cesareo, ma era poi deceduta.

Il referto di morte della donna parlava di un’embolia polmonare come possibile causa diretta della morte.

La bambina, nonostante fosse prematura, è riuscita a sopravvivere e ora vive insieme al marito e all’altra sorellina, più grande di 3 anni.

La donna morta per influenza, al momento della scomparsa, insegnava alle scuole medie di Gambettola, ma in precedenza aveva fatto supplenza in varie scuole del territorio.

Il processo, però, ora è a un punto di svolta. Anche la Ausl è stata chiamata a rispondere di quanto accaduto. I due medici imputati sono difesi dall’avvocato Antonella Monteleone.

Nella giornata di ieri è stata avanzata la richiesta dell’avvocato Saschia Soli di Perugia che tutela le parti civili (il marito della vittima, anche come tutore delle due figlie piccole, e altri parenti di Manuela Manco) per la citazione in giudizio del responsabile civile dell’Ausl.

Il giudice Floriana Lisena ha quindi proceduto alla lettura del decreto e poi ci si è aggiornati alle prossime udienze.

Una è stata fissata al 24 maggio, mentre poi il processo entrerà nel vivo a partire dall’inizio del 2019.

La chiamata in causa dell’Ausl servirà in caso di condanna per il risarcimento alle parti civili, in particolare alle due figlie piccole della donna morta per influenza.

Inizialmente gli avvisi di garanzia erano stati recapitati a una quindicina di persone, tutti i medici di base che hanno seguito Manuela, i medici di pronto soccorso, medicina d’urgenza e terapia intensiva.

Insomma, tutto il personale che ne aveva seguito il decorso fino alla morte.

 

 

 

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